Don Michele Barone è un veterano di Medjugorje, è molto legato ai sei veggenti in particolar modo a Vicka Ivankovic con la quale sta scrivendo la sua biografia. E’ collaboratore di alcuni giornali e riviste nazionali tra cui “Miracoli” ed altri, nonché consulente religioso per le trasmissioni Rai e Mediaset.





Tu pensi che tale provocazione del Papa, ovvero “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?” Sia riferita ai veggenti di Medjugorje?


Quello che il Papa ha detto, in una delle sue recenti omelie presso Santa Marta, in riferimento ai veggenti e alla lettera che ogni giorno viene data alle ore 4, non sono affermazioni rivolte a Medjugorje.

Prima perchè la Madonna non appare a quell’ora, ma dona il suo messaggio a Vicka alle 18.40 e poi perché non può cadere in contraddizione con una sua precedente affermazione. Infatti al rientro da Sarajevo, rispondendo ad un giornalista che gli aveva chiesto a che punto la Chiesa fosse su Medjugorje ha risposto: “Abbiamo un ultimo incontro poi saranno prese delle decisioni, e saranno date delle direttive pastorali per i vescovi”. In quell’occasione per la prima volta un Pontefice ha parlato di Medjugorje in pubblico e esaminando questa sua affermazione, credo che sia  abbastanza favorevole. Ovviamente non riconoscerà l’autenticità delle apparizioni sulle quali la Chiesa non può pronunciarsi se non soltanto quando queste finiranno, ma sicuramente riconoscerà Medjugorje come “luogo di preghiera e di fede”.



Il Pontefice ha anche detto nella stessa occasione: “Non annacquate la fede cristiana in una religione soft”. Come interpretare questo suo invito?

Come dice il Santo Padre, la fede cristiana non può essere una fede annacquata, perché il problema dei cristiani di oggi è quello che prendono soltanto ciò che gli fa più comodo e più piacere.



Sappiamo benissimo che la fede dei cristiani, deve essere principalmente basata sui Sacramenti e sulla preghiera, in modo particolare sull’Eucarestia, che è il centro ed il culmine della vita stessa della Chiesa. La Rivelazione è terminata con la Parola di Gesù, dunque è sempre vera, unica e autentica. I messaggi della Madonna possiamo paragonarli ad un’espressione semplificata del Vangelo.

Questi non sono mai andati in contraddizione con la Scrittura e il Magistero della Chiesa. I messaggi non sostituiscono il vangelo, ma lo rendono ancora più vivace, attuale e alla portata di tutti per la sua comprensione.

Papa Francesco ha anche ribadito che alla fede non servono veggenti.



Chi va a Medjugorje suppongo che non vada per vedere o per parlare con i veggenti ma bensì per pregare. Tu hai fatto tantissimi pellegrinaggi ed hai accompagnato molti gruppi. Cos’hai potuto notare in loro?

Quando i pellegrini vanno a Medjugorje la prima cosa che nutrono nel loro cuore è il desiderio di riconciliarsi con Dio. La Madonna in uno dei suoi messaggi aveva detto: “Nessuno andrà via da questo luogo senza aver sperimentato prima nel suo cuore la Misericordia di mio Figlio”.

Medjugorje è un confessionale a cielo aperto, è commovente vedere come migliaia di persone si accostano anche dopo ore di fila alla Misericordia di Dio. A Medjugorje si recano persone che hanno già la fede e qui riscoprono la sua vera bellezza, ma anche persone che per tanti anni non credevano oppure vivono lontani dal Signore. Qui riscoprono la bellezza dell’amore di un Dio che li ama e che si fa prossimo attraverso Maria sua Madre. Le persone si recano per tanti bisogni spirituali e temporali, personali e familiari.

A volte succede che alcuni ricercano il sensazionalismo in un segno nel cielo o in una guarigione fisica. Altri ricercano la vicinanza con i veggenti, come se questi li mettessero subito in contatto con Dio.

Questo è un errore, pertanto si lasciano distrarre dal vero messaggio di Medjugorje. Ma la cosa bella è che la maggior parte dei pellegrini che si recano in questo luogo, ricercano in semplicità l’amore di Gesù e di Maria che si dona a quei cuori che con un’umiltà lo sanno accogliere.