Parliamo di adozioni, ma non del tema in generale, parliamo del fatto che una legge approvata nei giorni scorsi, dalla Camera dei Deputati ha stravolto questo campo. La norma ha infatti riconosciuto quello che viene chiamato il diritto alle origini, cioè il diritto dei figli abbandonati o adottati, quando compiono la maggiore età, di conoscere la loro madre biologica, di cercarla, di avere informazioni su di lei e di andarla a conoscere.

Fino ad oggi, cioè prima dell'approvazione della Legge, che però deve ancora essere approvata al Senato, era molto complicato per i figli conoscere la loro madre biologica, bisognava aspettare 25anni, in alcuni casi addirittura mezzo secolo.

Ora questa Legge semplifica e sancisce con più chiarezza i diritti dei figli a conoscere le proprie origini. Ovviamente si tratta di un diritto che deve essere bilanciato come tanti altri diritti, il diritto della mamma che ha deciso di abbandonare o di dare in adozione il figlio, il diritto della madre adottiva di mantenere tutelato il rapporto familiare e di amore che si è istituito con la nuova famiglia, insomma è una questione molto delicata e complessa.

Quindi il figlio adottato o non riconosciuto alla nascita avrà presto la possibilità di scoprire l'identità di sua madre, sempre che questa sia disposta ad uscire dall'anonimato e farsi ritrovare. La nuova legge, approvata per ora solo alla Camera, potrebbe rivoluzionare la vita di chi sente il bisogno di conoscere le proprie radici e fare chiarezza sulle proprie origini.

Con questo provvedimento infatti il figlio, una volta maggiorenne, può chiedere al Tribunale di verificare se la madre vuole ancora rimanere anonima o se è disposta a far cadere il muro di segretezza. Questo tentativo può essere fatto una sola volta nella vita di un individuo e se la donna sceglie di restare anonima, l'occasione è persa per sempre.

In ogni caso, il figlio potrà accedere ai dati sanitari, preziosi ad esempio nei casi di malattie genetiche. Il tabù del nome della madre naturale dunque potrebbe cadere, sempre nel rispetto della privacy della donna, che può reiterare il suo desiderio di restare nell'ombra. Però secondo alcuni questa legge potrebbe tradursi in un aumento degli infanticidi, degli abbandoni di neonati da parte di quelle donne che hanno paura di una possibile futura caduta dell'anonimato, inoltre far sapere alla donna che suo figlio la cerca a distanza di così tanti anni potrebbe essere emotivamente dirompente, sconvolgere la vita che nel frattempo la donna si è creata.