Che questa pratica sia spietata e lontana totalmente da quello che era la caccia una volta, beh, questo è poco ma sicuro, ma come fa notare nelle sue piccanti risposte agli altrettanto spietati detrattori online, la signora Cogartelli, cacciatrice italiana che vive negli States, si tratta di uno sport che avviene all'interno dei limiti definiti dalla legge. Trattasi non di novità e nemmeno di una eccezione alla norma, ma di un'attività ben definita all'interno di molti Paesi del continente africano o almeno nella parte meridionale di questo. La cacciatrice italiana si è difesa ed ha specificato di non temere nulla, nemmeno per il suo lavoro, in quanto sostiene fermamente di non compiere nulla di illegale mentre vive la sua più grande passione.

Un equilibrio perduto

Personalmente non trovo corretto ci sia tutto questo interesse mediatico per una protesta piuttosto sterile di fronte ad un atto del genere quando è da qualche secolo che questo fenomeno di lusso esiste e quando i problemi che ci troviamo ad affrontare oggi sono molto più gravi. Certo è che questi episodi purché rimangano episodi non giovano all'opera di sensibilizzazione delle ONG. La La lista degli animali più famosi in pericolo di estinzione la potete trovare cercando sul sito del World Wildlife Fund: il leone non è tra queste. Ciò non cancella l'importanza del lavoro di chi cerca di ripopolare e ristabilire l'equilibro che abbiamo pericolosamente perso.

Il fenomeno dei viaggi di caccia

Recentemente durante il mio lavoro ho incontrato un cliente (che chiameremo Andy) sud africano che aveva la fortuna di possedere un terreno grande quanto una regione italiana (pochi forse hanno idea di quanto sia grande l'Africa). Questo territorio di suo possesso è un safari. Ereditatolo dal padre, questo ragazzo che come lavoro faceva l'avvocato, aveva imparato a gestire il territorio affidandolo a persone che si occupano del controllo degli animali, e dell'architettura della natura progettando ambienti sostenibili.

A volte infatti può capitare che non ci sia abbastanza acqua e allora queste persone creano un lago o un fiume per poter far sopravvivere gli animali nella riserva.

Andy mi ha fatto capire di quanto fosse difficile gestire una realtà simile. Il suo safari il cui territorio si trova a cavallo tra Zimbabwe e Mozambico, ha un sito web.

Tra le altre cose in questa sua proprietà oltre ad avere un'area adibita a 'vacanze di caccia', Andy possedeva la più larga collezione mondiale di bufali; inoltre mi aveva fatto capire come fosse difficile proteggere ad esempio i rinoceronti a causa del bracconaggio (in aree vaste quanto uno Stato o una regione quando ne si è i soli proprietari). Non vi stupirete più di sapere che per racimolare quanto necessario per far andare avanti il tutto servono molte entrate. Per questo vengono preparate ed organizzate ogni estate battute di caccia che hanno prezzi di accesso da capogiro. Oltre ad essere nella più piena legalità (legge, non di certo etica, frutto di una mentalità da cui siamo lontani) questi resort sono tassati oltre a non rappresentare organizzazioni a scopo di lucro.

Lungi da me dal giustificare o tirare affrettate conclusioni. Sebbene questo meccanismo artificiale possa funzionare per creare un equilibrio, andrebbero fatti sforzi maggiori per mantenere ancora tale il paradiso terrestre in cui viviamo e per salvaguardarlo per chi e da chi verrà dopo di noi. Vedere ammazzare un animale per divertimento e non per necessità mi rende triste.