Torno a parlare del Mondiale di MotoGP, sono passati già 4 giorni, ci sono stati i test sul circuito di Valencia per provare i nuovi pneumatici della Michelin e il nuovo software che gestirà l'elettronica e Marc Marquez ha dominato i due giorni di prove. Questa potrebbe essere la conferma del biscottone ma ciò che voglio analizzare è l'esatto momento in cui Valentino Rossi perde la testa e di conseguenza il Mondiale.

Le ultime dichiarazioni di Rossi mostrano tutta la delusione e il rammarico del pilota di Tavullia che, dopo aver saputo che la Honda non mostrerà la telemetria - che avrebbe dovuto dimostrare il famoso calcetto - ha dichiarato: "Questa però è una situazione per la qualeci vorranno dei mesi per assimilarla, perché non credo che sia possibile dimenticarla".Rimane la frustrazione di Valentino, la vittoria di Lorenzo, la brutta figura di Marquez e della Honda ma soprattutto rimarrà la sconfitta di uno sport meraviglioso che mai, fino a qualche settimana fa, era stato contagiato da questi giochini.

Gran Premio di Sepang: contatto Rossi-Marquez

Dopo circa 16 sorpassi in quattro giri, e badate bene non nei giri finali, Rossi entra bene in curva mentre lo spagnolo, Marc Marquez, va largo, ed è quindi già fuori traiettoria. Il "dottore" in percorrenza di curva allarga la sua traiettoria per portare fuori strada il pilota Honda ed è li l'errore: lo sguardo, anzi, gli sguardi. Se Rossi si fosse limitato ad allargarsi, per poi dare gas e cercare di scappar via non parleremmo di contatti, di intenzionalità, non ci sarebbe stata penalizzazione e, ve lo assicuro, Rossi sarebbe campione del mondo per la decima volta.

Serviva solo un pizzico di freddezza in più, anche perché quell'ansia, quel terrore che era nell'aria dal giovedì dopo la conferenza stampa era palpabile.

La fase di intimidazione non ha funzionato con lo spagnolo che si è aizzato contro il pilota della Yamaha. Eri li, ad un passo dal decimo titolo. Perché? Questo ci si chiede. Perché un pilota come Rossi non è riuscito a controllarsi? Certo, non è facile sentirsi in difetto e accettare le "angherie" altrui ma un pilota così esperto non doveva farsi tirare in mezzo a questi giochini.

Bastava attendere fino agli ultimi giri oppure prendersi un quarto posto, ma a Valencia avresti vinto tu. Peccato, forse ha ragione Lorenzo: "era l'ultima chance".

Lorenzo Campione: ammissione di colpa

Al termine della gara spagnola il nuovo campione del mondo, Jorge Lorenzo, ha dichiarato che Marc Marquez e Dani Pedrosa hanno rispettato la nazionalità e non hanno cercato di passarlo.

Lui sa, in cuor suo, che le due Honda potevano passarlo e così avrebbe vinto Valentino Rossi. Ma la domanda sorge spontanea, perché dirlo? Dopo l'Australia, quando Rossi ha denunciato l'aiuto di Marquez nei confronti di Lorenzo, tutti hanno parlato, per intere settimane, di questo impensabile gioco di squadra: le Honda hanno smentito, Marquez ha smentito, Livio Suppo, team principal di Honda, ha smentito. Ma Lorenzo fa tana per tutti ed esce allo scoperto. Perché? Forse per evitare che se ne parli ancora? Per mettere tutto a tacere con la verità? Forse si. Forse è proprio questa la verità. Marquez, in Pedrosa credo poco, ha favorito Lorenzo. Ma chiariamoci, non perché è spagnolo. Assolutamente.

Piuttosto perché il suo obiettivo è raggiungere e superare Valentino Rossi nei mondiali vinti e far vincere il quinto titolo a Lorenzo è di sicuro il male minore.

Marquez, come ha detto anche Rossi, è un fenomeno, è il futuro della MotoGP e, aggiungo io, nei prossimi dieci anni vincerà, e vincerà tanto. La sua era è iniziata e anche lui lo sa bene. Rossi probabilmente chiuderà la carriera con la prossima stagione sempre in sella alla Yamaha M1, ma si ha la netta e lucida sensazione che quella appena conclusa fossel'ultima possibilità per vincere il decimo storico e leggendario, titolo mondiale.