Sono passati poco più di trent’anni nella storia di Star Wars e altrettanti nella realtà da quando avevamo lasciato Luke Skywalker, Han Solo e Leia Organa vittoriosi al termine del lungo conflitto contro l’Impero, quando comincia l’avventura di Star Wars VII, il nuovo capitolo di una delle saghe più famose della storia del Cinema, e l’impressione di dejà-vu si fa subito potente.

Una Nuova Resistenza si scontra contro un Primo Ordine che vuole restaurare la supremazia dei Sith sulla galassia, c’è ancora un Jedi scomparso da ritrovare, una potente arma di distruzione di massa planetaria (la “Starkiller”) da distruggere prima che sia troppo tardi, in ossequio al principio dei “corsi e ricorsi storici” che si trasforma più in un tentativo di reboot che nella narrazione di una storia completa e indipendente dai suoi precedenti.

Se “L’operazione nostalgia” fagocita tutta la trama

L’impressione è che J.J. Abrams sia rimasto abbastanza spaventato – dalla reputazione della storia su cui andava a intervenire e soprattutto dal giudizio implacabile dei fan – da non voler aggiungere assolutamente nulla a una trama che pure, almeno dal titolo, lasciava presagire una prosecuzione della trilogia storica e non un suo riavvio partendo dalle medesime premesse ma con protagonisti ed effetti speciali tutti rinnovati.

I più maliziosi potrebbero, invece, pensare che i tre protagonisti originali, certi scenari, l’ammiccamento costante e finanche ingombrante di situazioni ormai entrate nella memoria collettiva, siano stati agitati come feticci di fronte agli occhi di un pubblico desideroso di rivivere le emozioni che accompagnavano la visione dei film precedenti.

Fatto sta che, da questo punto di vista, l’operazione è riuscita perfettamente: Star Wars VII sta bruciando tutti i record d’incasso, posizionandosi al terzo posto dei film più visti di sempre al cinema dopo nemmeno un mese dall’uscita.

Peccato che qualsiasi possibilità di presentare compiutamente i nuovi protagonisti venga così schiacciata dall’esigenza di rassicurare i fan: nulla è cambiato, tutto è rimasto esattamente come all’inizio del IV episodio, come se l’intera trilogia degli anni Ottanta neanche si fosse svolta.

Troppi spunti ma poco cuore

Come tutti i blockbuster degli ultimi anni, quelli con cui la Disney stessa ha rilanciato le saghe dei supereroi Marvel al cinema, Star Wars VIIpecca di una serie di errori originari nella foga di voler mostrare troppe cose in una volta sola e solleticare il palato di un pubblico ormai assuefatto da troppe storie, troppo poco esplorate e troppo simili le une alle altre.

Star Wars VII ci prova tanto a dimostrare di non essere uno stand-alone ma soltanto il primo capitolo di una nuova trilogia, che dovrà inaugurare un nuovo filone di spin-off e merchandising spinto. Eppure finisce così per annacquare ogni possibilità di dare al nuovo trio protagonista la possibilità di brillare e affermarsi, rende l’antagonista principale e i suoi accoliti una fotocopia sbiadita di Darth Vader e dell’esercito dell’Impero, banalizza ogni situazione in quella ricerca di comic relief ossessiva che finisce per rendere fuori luogo anche l’unica scena davvero forte e persino ben recitata del film.

La “nuova speranza” è che ormai forti di un successo simile, i prossimi film possano sciogliere questi dubbi e raccontare il resto della loro storia con meno sciattezza e più profondità. Il pericolo è, appunto, che sotto la foga di vendere pupazzi, quest’ultima resti soltanto una speranza.