Compiti a casa: troppi, ma soprattutto inutili, è tempo di dire basta. È questa la petizione lanciata dal Dirigente Scolastico Maurizio Parodi che in pochissimo tempo attraverso internet ha raccolto migliaia e migliaia di adesioni. Una polemica che, anziché essere rigettata, ha suscitato un consenso così ampio che non si sarebbe mai immaginato. La motivazione?Sono "inutili, suscitano odio per la cultura, ledono il diritto al riposo, costringono le famiglie a sostituirsi a i ragazzi e favoriscono l'abbandono scolastico".
Compiti a casa? Basta, sono inutili e malsani
Nonostante il mondo della Scuola stia attraversando un periodo di riforme e sconvolgimenti, una proposta così radicale non manca di suscitare qualche perplessità. È vero, molte volte la didattica tradizionale è stata messa in discussione: si pensi alla “classe capovolta” oppure alla didattica sempre più “smart” e hi-tech. Eppure, la proposta del preside genovese ha davvero sconvolto tutti. La petizione, come si legge sul sito Change.org (https://www.change.org/p/genitori-docenti-dirigenti-scolastici-campagna-basta-compiti), recita testualmente: “chiediamo che compiti a casa siano aboliti nella scuola dell'obbligo” perché secondo il dirigente assegnare compiti a casa procura disagi e sofferenze agli studenti già in difficoltà, alimentando differenze e discriminazioni nei confronti dei bambini che non hanno genitori premurosi e istruiti.
E ancora si può leggere come i compiti ledono il diritto al riposo e allo svago, costringono le famiglie farsi carico dei compiti dei figli, limitano le altre attività formative che la scuola non offre (come la musica e lo sport), sono malsani perché costringono gli studenti a trasportare quotidianamente pesantissimi zaini, e sono – secondo Parodi - soprattutto inutili: “nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche...) hanno durata brevissima: non "insegnano", non lasciano il "segno"; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione”.
Ocse: studenti italiani i più carichi di compiti
Per rafforzare la propria tesi, Parodi tira in ballo anche l'Ocse secondo uno studio della quale i compiti a casa potrebbero perpetuare le diseguaglianze già presenti a scuola e diventerebbero controproducenti se eccessivi. Le disuguaglianze di apprendimento andrebbero affrontate con un intervento diverso secondo il dirigente genovese, quasi personalizzato, che rende l’assegnazione di compiti a casa uguali per tutti un enorme controsenso che avvantaggia solo i bambini di famiglie culturalmente e economicamente abbienti.
Ma se anche è vero che i nostri studenti affrontano una media di ore pomeridiane quasi doppia rispetto a quella dei paesi Ocse i risultati del nostro sistema scolastico si vedono (come testimonia quest'indagine sugli studenti che decidono di fare tirocinio all'estero). Tuttavia, la proposta del preside ha raccolto un vero e proprio boom di adesioni (quasi 10mila) soprattutto tra i genitori e ribadisce il suo pensiero: basta compiti l'alternativa è una soltanto, quella di insegnare agli alunni ad imparare in classe.