Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha fatto il suo appello tramite Facebook alle donne in parlamento riguardo il tema dell'utero in affitto: ha chiesto che si aprisse "una discussione sulleadozione da parte dei gay senza ipocrisie". "Il corpo della donna - ha affermato ancora la Lorenzin - non è un forno che si accende a piacimento per far cuocere una torta. Peraltro ordinata da qualcun altro che, quando è pronta, spegne il forno e se la porta via".
Lorenzin sottolinea che non è contro il riconoscimento delle unioni civili
"Le mie parole non sono contro le coppie omosessuali e con il riconoscimento, giusto per me, del loro diritto alle 'unioni civili- ha precisato Lorenzin - I bambini che ancora devono nascere hanno il diritto di avere un padre e una madre, così come dovrebbero essere tutelati i diritti delle donne che, in questa epoca ormai impazzita, sono regrediti; forse perché le stesse donne hanno dimenticato le battaglie delle loro madri.In tutto il mondo l'antica battaglia contro la mercificazione del corpo dei bambini e delle donne deve proseguire, non dimentichiamo che la donna oggi resta ancora schiava come ieri, se costretta a cedere a chi ha 'commissionato' i propri neonati.
È cambiato solo il linguaggio: ieri era forza lavoro, oggi lo chiamano utero in affitto". Un accorato appello che ha suscita parecchie perplessità in chi vede l'argomento in modo diverso, ma comunque fonte di riflessione.
Oggi chi viene fuori dal coro dei benpensanti è retrogrado
In effetti, se non ci si sofferma troppo sui risvolti morali dell'utero in affitto, sembra a tutti gli effettiuna pratica emancipativa: permette di diventare madre anche a chi, per diversi motivi, non potrebbe mai diventarlo. Si omette però, guarda caso, di specificare che il proprio utero ceduto a un'altra equivale alla mercificazione del corpo: il vecchio slogan delle femministe 'l'utero è mio e me lo gestisco io', che nacque negli anni 70 da una stagione di rivendicazioni e lotte per l'emancipazione femminile, è stato trasformato e riadattato in funzione della sua sola norma e del suo valore.
Oggi, nell'era dell'ipocrisia e della superficialità, lo slogan sarebbe: "Puoi affittarlo a chi vuoi, tanto l'utero è tuo". Nessuna religione, nessun limite, libera da ogni vincolo morale borghese puoi farne quel che vuoi. Nessuno te lo vieta o lo impone, ma 'puoi' e un giorno magari 'dovrai', perchè ti servirà per arrivare a fine mese.
La povertà in aumento ovunque - non è difficile ipotizzarlo - in una società dove ogni limite religioso, morale ed etico saranno abbattuti, imporrà alle donne indigenti di mettere in affitto il loro corpo, nella legge del valore di scambio e della mercificazione.
Karl Marx nel lontano 1847 avvertiva: 'Tutto diventa merce'
Riduzione della vita a mercimonio eoffesa della dignità umana, saranno definiti 'progresso ed emancipazione': è progresso tutto questo?
Sì, ma solo per l’economia del mercato. A uscirne svilita, offesa, mortificata e umiliata una volta di più, èl’essenza dell’essere umano. A breve, dopo l’utero in affitto, potremo avere anche un rene in comodato d'uso, un cervello in prestito e magari un polmone in comproprietà: dei neuroni, in saldo già da un pò, meglio tacere.