La strage di Bruxelles ci ha davvero sconvolto. Oltre 30 morti e 230 feriti sono il bilancio di una strage fatta nel nome di un Dio che non è il nostro, un orrore senza fine che ancora una volta colpisce l'Europa.

Il dopo strage però, non promette nulla di buono. Non vorremmo che ci si limitasse alle solite commemorazioni, ai cortei, ai fiori, ai proclami sull'unità europea ..." perché i terroristi non ci fanno paura".

Non è più il tempo per questo tipo di reazioni, la gente muore e noi popolo europeo e italiano in particolare, abbiamo paura, eccome se ne abbiamo.

La sicurezza che non abbiamo

Abbiamo bisogno di sicurezza, vorremmo sentirci sicuri in casa nostra e non è così, vorremmo vedere la nostra nazione e il nostro continente, accogliere i migranti con dignità e in un numero gestibile, ma non vediamo altro che pressapochismo da parte di chi decide e profughi che vengono parcheggiati in aree improponibili per chiunque, senza alcuna identificazione certa della loro identità. Ora è noto a tutti che è proprio con i migranti che si mischiano i terroristi.

L'Europa non fa altro che dimostrare la sua inesistenza, si preoccupa solo dei bilanci degli Stati membri, manon è propositiva sull'immigrazionee quando decide sbaglia, come è accaduto per l'accordo inqualificabile stipulato con la Turchia per la tratta dei migranti.

Siamo in guerra

Oggi, nel giorno degli attentati di Bruxelles, lo dicono tutti i leader europei e inneggianoad una grande coalizione, ma con quale intento?L'Isis è in tutti o quasi i Paesi arabi, le tribù in lotta tra di loro non consentono di avere interlocutori validi con cui poter trattare. Gli americani spingono l'Italia all'azione in Libia, dopo che Francia e Inghilterra hanno fatto un disastro.

La Libia ha già fatto sapere che non apprezza intromissioni, come è giusto che sia, e la speranza è che gli italiani non ci vadano in Libia, che evitino altri spargimenti di sangue.

Oggi, attaccati su più fronti, gli Europei si sentono in un vicolo cieco. Forse ilprimo passo verso un'uscita certa potrebbe essere la riconquista del controllo del territorio;a Bruxelles, per esempio, ci sono interi quartieri della città in mano agli islamici dove la polizia non può entrare, ed è li, probabilmente, che si nascondevano le cellule terroristiche che hanno colpito Parigi e l'Aeroporto e la metropolitana della città belga.

Il controllo del territorio è fondamentale in ogni Paese europeo se si vuole contrastare il terrorismo, prima ancora di cercare le cause psicologiche dell'adesione all'Isis di "quei poveri ragazzi islamici cresciuti in Belgio o in Francia o in altri Paesi che odiano la società occidentale".

Se siamo in guerra, e lo siamo certamente, che si cominci ad agire di conseguenza, controllando il territorio palmo a palmo, è l'unico modo per neutralizzare il terrorismo e salvare vite umane innocenti, è quello che dobbiamo fare ora.