L'arresto di Salah Abdeslam sembrava aver messo la parola fine all'allarme terrorismo in Europa. Ma era solo un'illusione. L'attentato di Bruxelles del 22 marzo ha il sapore di una vendetta dell'Isis dopo l'arresto del principale ricercato per gli attacchi di Parigi dello scorso 13 novembre. E solleva nuovi dubbi sull'efficienza dell'intelligence e della polizia non solo belga, ma anchea livello europeo. In precedenza leautorità avevano ricevuto l'allarme per la minaccia di un "serio e imminente attacco", ma ciò non è bastato per evitare la nuova strage.

E l'Isis, nella sua rivendicazione, ha minacciato nuovi attentati.Il Belgio era già finito al centro delle critiche per essere diventato un rifugio di terroristi e per aver fallito nell'arginare la formazione di quartieri come Molenbeek, fulcro del radicalismo islamico. L'arresto di Salah,dopo ben quattro mesi in cui sarebbe rimasto a Bruxelles,non è bastato a risolvere i problemi di un Paese dove il mancato controllo sulle moschee, la proliferazione di armi e documenti falsi e la scarsa cooperazione tra i vari apparati di sicurezza (che lamentano mancanza di risorse) ha lasciato spazio alla propaganda del terrorismo.Ora l'Europa, a quattro mesi dagli attacchi di Parigi, è chiamata a rivedere le sue politiche perevitare nuove tragedie.