A pochi giorni dall’attentato all’aeroporto Ataturk di Istanbul, messo in atto nel giorno in cui ricorreva il secondo anniversario dall’autoproclamazione del sedicente Stato Islamico, l’Isis - col gruppo affiliato Ansar-al-islam - è tornato a colpire, stavolta a Dacca, in Bangladesh, assaltando un bar frequentato prevalentemente da stranieri nel cuore del quartiere diplomatico della capitale bengalese. Grande il rammarico della Premier del Bangladesh, che ha annunciato che le forze armate sono riuscite a salvare soltanto 13 ostaggi. “Non abbiamo potuto salvarne altre”, ha detto.
Per il resto non c’è stato nulla da fare. I terroristi sono arrivati con l’intenzione di uccidere, anzi, di trucidare a colpi di machete chiunque non conoscesse il Corano: questo quanto emerge dai primi racconti di chi è sopravvissuto alla mattanza e ora riesce a raccontare, incredulo, l’infermo che si è scatenato all’interno di quel bar.
Ai morti – 20, tutti di origine straniera – si aggiungono anche sei terroristi che sono stati uccisi prima del blitz da parte delle forze speciali. Ne sarebbe sopravvissuto soltanto uno, ora nelle mani delle forze dell’ordine. È doloroso, invece, prendere atto del fatto che tra quelle venti vittime se ne conteranno con ogni probabilità diverse arrivate dall’Italia.
Per il momento, però, l’Unità di crisi della Farnesina non ha diffuso notizie più precise.
L’assalto
Il tutto è iniziato ieri alle 20.45, ora locale. Il locale preso di mira si chiamava Holey Artisan Bakery. Da lì sarebbe riuscito a scappare in tempo Gianni Boschetti, grossista nel settore dell’abbigliamento in Bangladesh da ormai 25 anni, che avrebbe così confermato all’Ambasciata italiana la presenza, nel bar, di almeno una decina di italiani.
Come è già successo durante altri assalti messi in atto dall’Isis, i jihadisti chiedevano alle vittime di recitare versetti del Corano, accanendosi poi contro chi non li conosceva.
I terroristi sarebbero entrati al grido di “Allah Akhbar”, prendo subito in ostaggio diverse persone che stavano cenando all’interno del locale, nel quartiere diplomatico di Gulshan.
Sumon Reza, supervisore dell’Holey Artisan Bakery, avrebbe confermato la fuga, tramite la terrazza, di un dipendente argentino di origine italiana addetto alla preparazione del gelato.
I sopravvissuti
Lo chef Diego Rossini, intercettato una volta in salvo dal canale televisivo argentino C5N, ha detto che "gli attaccanti cercavano unicamente i cittadini stranieri. Nel ristorante non c'era tantissima gente, ma c'erano vari clienti italiani". Rossini, che ha parlato dell’attacco descrivendolo come “un massacro orribile”, ha anche riferito all’Ansa di voler ringraziare lo Stato Italiano per l’assistenza che gli è stata fornita in un momento così duro.
L'altro sopravvissuto italiano, l'imprenditore Gianni Boschetti, si sarebbe salvato perché in giardino al momento dell'assalto da parte dei jihadisti. Lì, si sarebbe nascosto dietro una pianta per poi allertare appena possibile l'ambasciata italiana e le forze dell'ordine.