Quale sia di preciso lo schema d'attacco seguito dai militanti dello stato islamico resta tutt'ora un mistero; ciò che è certo è che, negli ultimi due anni, il numero di attentati terroristici rivendicati dall'ISIS è andato aumentando, seguendo una mappa internazionale che va dal cuore dell'Europa fino ai più remoti angoli del sudest asiatico.

Ottomila chilometri separano Parigi da Dacca

Eppure le due città in questi giorni sono estremamente vicine, entrambe colpite al cuore da un nemico anonimo ed occulto che nascosto in bella vista non aspetta altro che il momento esatto in cui colpire alle spalle una città indifesa e inerme, per gettarla in preda al panico, tra le fiamme dell'intolleranza e del pregiudizio, perfettamente consapevole che quell'assalto sarà come un'ennesima tanica di benzina gettata sul fuoco, quelle vittime saranno solo numeri, gettati in pasto ai più affamati giornalisti e leader politici, desiderosi di montare ancora una volta sul cavallo della paura.

Una paura intima e viscerale che avvolge ogni cittadino del mondo, il quale vive, giorno dopo giorno, in attesa di un nuovo assalto, di un nuovo attentato, e chissà se in quello lui o qualcuno a lui caro, non perderà la vita. Ed è in questo modo di vivere, che ci rende sempre più spaventati ed intolleranti, sempre più estremisti ed assetati di sangue, che il terrorismo conquista terreno e vince la sua battaglia. Una battaglia che sarà vinta non dal più forte, o da chi avrà mietuto più vittime, ma semplicemente da chi avrà instillato nell'altro più paura.

E' proprio la paura è la chiave della strategia terroristica, una strategia che punta ad amplificare l'instabilità politica, e sfiduciare i governi, che punta a gettare il caos tra la popolazione e che intende sfruttare al massimo l'inefficienza amministrativa e lo sciacallaggio mediatico di alcune testate di bassa lega.

Paura contro paura

La strategia del terrore è nota fin dall'antichità, ed è il gioco di chi fa più paura, di chi fa più spavento, e riesce a distruggere un patto intimo e segreto tra la popolazione ed i propri governanti, il patto della sicurezza, che consiste nel cedere alle autorità statali il monopolio della forza e della giustizia, a condizione che questi garantiscano protezione e giustizia.

Una protezione fallace che può essere messa in discussione e che crolla su se stessa, per i ripetuti colpi ai fianchi inflitti dai numerosi attentati terroristici. Attentati che, come i colpi di un pugile, diventano sempre più intensi e veloci, man mano che si avvicina la fine, attacchi che diventano sempre più frequenti e violenti man mano che l'avversario riacquista fiducia in se, e teme sempre meno il nemico.

Considerazioni finali

Credo che il miglior alleato dei terroristi sia rappresentato da quei giornali e quei leader politici che, in cerca di consenso, fanno leva sull'incapacità degli stati di garantire protezione da quella minaccia invisibile e subdola, che si muove nell'ombra, pronta a colpire quando meno lo si aspetti. Con la loro propaganda intollerante e xenofoba, tuttavia, non fanno altro che rafforzare il terrorismo, garantendo un'ancora di salvezza. Il terrorismo diventa più forte ed i suoi attacchi sono più dolorosi là dove l'intolleranza e l'ignoranza regnano sovrani.