Il 26 giugno di ogni anno si celebra la giornata internazionale per le vittime della tortura. Amnesty Intenational Italia, organizzazione internazionale non governativa impegnata nella difesa dei diritti umani, avrebbe voluto festeggiare quella di quest’anno con la notizia dell’approvazione di una legge in materia nel nostro ordinamento. Sogno andato in fumo e così, quello stesso giorno, il presidente di Amnesty Italia Antonio Marchesi ha scritto una lettera al Senato per ribadire l’urgenza del provvedimento. Il primo punto è il disappunto per i quasi 30 anni trascorsi invano da quando l'Italia ha ratificato (era il 1988)la Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite.

Nonostante le condanne subite da parte della Corte europea dei diritti umani, vedi il caso del G8 di Genova, il vuoto normativo resta, ma la speranza di Amnesty è di vederlo colmato entro la fine di questa legislatura.

La lettera del presidente di Amnesty Italia continua tirando in ballo una sorta di batti e ribattiistituzionaleche impedisce di trovare un'intesa sull’approvazione definitiva del ddl Tortura; Marchesi vuole inoltre sgombrare il campo da ciò che definisce il “grave equivoco” secondo il quale il provvedimento andrebbe contro le forze di polizia. Infine, si fa richiesta esplicita di porre rimedio “all’impunità strutturale” circa il reato di tortura che vige in Italia; una situazione ritenuta non più accettabile.