Se volessimo usare una espressione latina per definire quello che sta accadendo nella parte Nord della Siria, con le forze militari turche che hanno attraversato il confine turco-siriano, potrebbe essere 'do ut des'. La base di questo reciproco scambio si può riassumere così: i turchi allenterebbero la loro presenza ad Aleppo, favorendo l'esercito siriano, e chiuderebbero i valichi del nord usati dai più importanti gruppi armati, in cambio le forze turche sarebbero libere di distruggere il progetto dei Kurdi in Siria. In effetti sembra che i turchi abbiano informato Damasco della loro operazione del 25 agosto, almeno una settimana prima che i loro carri armati si muovessero da Qarqamish verso Jarablus.

Fonti arabe affermano che per concretizzare questo accordo e mettere a punto i diversi dettagli di questa intesa, Turchia e Siria hanno pianificato diversi incontri, uno di questi sarebbe avvenuto a Baghdad, lo scorso giovedì, in cui i rispettivi governi sono stati rappresentati da delegazioni di ufficiali dei servizi segreti, senza diplomatici. Un incontro che avrebbe messo le basi per una nuova strategia basata sulla reciproca cooperazione e la possibilità di riportare un coordinamento sulla sicurezza, specialmente in relazione alle attività del PKK in Siria.

I termini di questo accordo

In base a questo accordo preliminare Damasco, che la scorsa settimana negli scontri con le milizie dell'Ygp in Hasakah, zona nord orientale del paese, aveva definito il PKK una organizzazione terroristica, si impegna a considerare tutti i gruppi armati dei Curdi, nella zona settentrionale della Siria, come terroristi.

Inoltre si impegnerebbe anche a non sostenere e armare i suddetti gruppi. In cambio i Turchi si impegnano a non armare e sostenere le fazioni che combattono l'esercito siriano ad Aleppo, oltre a definirle come terroristi, secondo la lista stilata dai russi. L'accordo include anche il permesso, da parte dellaTurchia alle unità russe, di monitorare e sorvegliare la frontiera settentrionale.

Questi punti dovrebbero portare Damasco a non accettare che il nord della Siria diventi una base del PKK, dalla quale i curdi possono attaccare i territori turchi. Dal canto suola Turchia abbandonerebbe le ambizioni su Aleppo, in effetti un primo passo è stato quello di separare le opposizioni moderate da quelle estremiste.

Ambizioni che la Turchia aveva apertamente ammesso, anche supportate dalla presenza di loro uomini a capo di gruppi combattenti.

La Turchia storico alleatodegliStati Uniti

Secondo alcune indicazioni gli americani non avrebbero gradito questo riavvicinamento della Turchia a Russia e Siria. Anche se questo cambio di atteggiamento da parte di Erdogan, da storico alleato degli Stati Uniti a sostenitore dell'asse di resistenza contro i gruppi terroristici e di opposizione al governo di Assad in Siria, rappresentato da Siria, Russia e Iran, è molto discutibile. Forse più determinato da fatti contingenti come il tentatogolpe al suo governo, del quale avrebbe accusato il magnate e religioso Gulen, rifugiato negli USA, per il quale Erdogan ne aveva richiesto l'estradizione che gli Usa hanno negato.

In aggiunta la presenza dei curdi, storici nemici, nella parte settentrionale della Siria sostenuti dagli Usa. Nel frattempo gli Stati Uniti avrebbero dato indicazioni alle loro agenzie di non fornire ai turchi informazioni militari in Siria.