La Fiorentina non va oltre lo 0-0 a Salonicco in Europa League contro il Paok non giocando una buona gara, ma a tenere banco è il titolo di oggi (16 settembre 2016) del quotidiano Arena Press “Mafia”. Minuto 90 di una partita spenta, il pallone giunge in area viola, il difensore Gonzalo Rodríguez lo colpisce di mano, ma per l'arbitro sloveno Slavko Vincic il tocco è involontario e il fischietto lascia proseguire. Le proteste del Paok sono accese, forse anche per il mancato cartellino rosso a Ilicic (connazionale della giacchetta nera) per una testata con palla a gioco lontano rifilata a Leovac (solo ammonito).

Dal surriscaldamento all'insulto il passo è breve. Il giornale greco, forse per vendere qualche copia in più in un Paese martoriato dalla crisi, ha deciso di uscire con un titolo durissimo, palesemente offensivo e che fa capire quale sia la considerazione degli italiani fuori dalla nostra Penisola: “Mafia”.

L'arbitro Vincic, solo 4 rigori assegnati in Europa League

Di per sé, giornalisticamente parlando, il titolo in prima pagina è assolutamente inqualificabile e sarebbe da perseguire nelle sedi opportune. E soprattutto non ha nulla a che fare con lo sport e con gli episodi di Paok-Fiorentina. Non a caso, l'arbitro Vincic ha sempre dimostrato di soffrire gli stadi troppo caldi, non è mai stato designato oltre i sedicesimi di finale a livello europeo nonostante sia un internazionale dal 2010 e in sedici presenze in Europa League (prima del match tra i greci e i toscani) ha assegnato soltanto quattro rigori estraendo solo tre volte il cartellino rosso.

Dati, questi, che i “colleghi” di Arena Press avrebbero dovuto prendere perlomeno in considerazione.

Per insultare gli italiani basta quella parola

L'indignazione per quel titolo è tanta, ma quella parola schiaffata senza apparente motivo in prima pagina a margine di una partita di calcio è anche colpa degli italiani vista l'immagine che sono (siamo) capaci di dare a giro per il mondo.

Un mondo che, però, quando si tratta di insultare, tira sempre fuori quella parola, “mafia”, perché sa benissimo di andare a colpire il centro del bersaglio per ferire l'orgoglio italiano. Non è un caso che la redazione di Charlie Hebdo, per giustificarsi dell'ignobile vignetta delle lasagne riferita al sisma che ha colpito il Centro Italia, abbia tirato in mezzo la mafia anche se non c'entrava nulla.

Ma la colpa di tutto questo è soprattutto di noi italiani che non siamo ancora riusciti a ripulire la nostra immagine. E che, soprattutto, non facciamo mai abbastanza per ripulire il nostro Paese da quel cancro chiamato mafia.