Alle soglie del 2017 sulla carta ma ancora in piena preistoria nella vita vera. Possibile che in un paese così progressista come gli Stati Unitisi debba ancora parlare di "discriminazione razziale"? Sembra di stare ancora ai tempi di Rosa Parks quando si rifiutò di cedere il proprio posto sull'autobus ad un bianco dando così vita a numerose proteste nel 1955. A più di sessant'anni di distanza, ancora questioni sul colore della pelle. Inammissibile. E la cosa più triste è che a farne le spese, a sentire il peso della propria appartenenza debbano essere i bambini, creature innocenti come Zianna Oliphant che a soli 9 anni si è fatta portavoce di questo disagio.
Zianna Oliphant -La bimba, in seguito all'uccisione da parte della polizia di Keith Scott, un uomo di colore (presunto armato) padre di 7 figli nelNorth Caroline, è salita sul palco del consiglio comunale di Charlotte commuovendo tutti i presenti portando la sua testimonianza, ricordiamolo, di bimba di 9 anni, della situazione di disagio vissuta dalla comunità nera.
"Sento che siamo trattati diversamente dalle altre persone e non mi piace. Il colore della nostra pelle non vuol dire nulla per me. Siamo neri e non dovremmo vergognarci per questo" ha detto in lacrime la ragazzina. "È una vergogna che i nostri papà e le nostre mamme vengano uccisi, non possiamo più sopportarlo. È una vergogna doverli seppellire e andare a trovare al cimitero.
Abbiamo lacrime che non dovremmo avere. Abbiamo bisogno che i nostri papà e le nostre mamme siano con noi, al nostro fianco" ha continuato.
Le proteste -Il polverone di proteste si è alzato nella città di Charlotte, nel North Caroline, in seguito alla diffusione da parte delle autorità di un video della sparatoriache rivelava che l'uomo deceduto, in realtà, fosse privo di ogni arma e che quindi fosse stato ucciso ingiustamente.
Per sciogliere ulteriormente ogni dubbio, dopo la dichiarazione della bambina, ormai diventata virale, centinaia di persone si sono radunate all'ingresso del comune per chiedere la pubblicazione integrale del video dell'accaduto.
Mi chiedo, è mai possibile che non ci si renda conto di ciò che succede? Davvero vogliamo ancora permettere che una bambina di 9 anni pianga perchè colpevole di portare un colore della pelle "diverso"?
È banale, ma finchè la carnagione, la religione, la provenienza saranno motivo di astio e disagio, persino il paese con il pil più alto che esista rimarrà un paese povero e questo, Zianna, 9 anni, lo ha spiegato ai grandi.