Basta aspettare che ti regalino la famigerata mimosa, simbolo del rispetto, della venerazione per la donna. Per la festa delle donne, regalatevi un paio d'ore, tra l'altro a metà prezzo, con Dalì.

"Dalì experience", ospite già da novembre al Palazzo Belloni di via Barberia 19 a Bologna e ancora fino al 7 maggio 2017, è qualcosa di davvero surreale.

Circa 200 le opere protagoniste del percorso interattivo e multimediale appartenenti alla collezione "The Dali Universe", una delle più complete testimonianze della storia artistica del genio del surrealismo, di cui 22 sculture,10 opere in vetro, 100 opere grafiche tratte da alcuni libri illustrati, 4 sculture monumentali e 12 Gold objects.

L'artista, noto per le sue immagini bizzarre, nasce a Figueres nel 1904. Aveva un fratello, anche lui chiamato Salvatore, morto però di meningite. Il padre convinse il giovane Dalì di essere una reincarnazione del fratello defunto, convinzione che probabilmente influenzò profondamente la vita dell'artista spagnolo. Aveva anche una sorella, Ana Maria, anch'ella dotata di un qualche senso artistico: scrisse una storia proprio su Salvador, "Dalì visto da sua sorella". Le inclinazioni del nostro uomo stravagante furono, per nostra fortuna, assecondate dalla madre morta di tumore quando Dalì aveva solo 16 anni: quella fu la disgrazia peggiore della sua vita, dice lui stesso. Salvador adorava sua mamma e la credeva capace di "rendere invisibili le inevitabili imperfezioni della sua anima".

Subito dopo, il padre sposò la sorella della madre.

Ma il fascino dell'artista deriva indiscutibilmente dal suo incontro con la psicanalisi. L'inconscio, il sogno, il tempo e lo spazio (narrato più volte attraverso Alice nel paese delle meraviglie), insieme agli animali (in particolare le formiche e gli elefanti), i cassetti (metafora dell'inconscio) , la donna e la sessualità, sono i temi fondamentali delle sue opere.

Un'esperienza, quella che offre Palazzo Belloni, che permette appunto di ripercorrere ed entrare nei meandri oscuri e perversi della mente dell'artista. Un incipit davvero suggestivo, l'occhio che irrompe sulle pareti e osserva, che conduce alle diverse stanze, agli "orologi molli", alla lumaca e così via per le strade della perdizione fino all'exploit finale in 4d. Una bi/tri/quadrimensionalità che prende forma e colori tutta da vivere qui, a Bologna, fino al 7 maggio.