Gomorra fa rumore. In attesa della terza stagione televisiva, continua la messa in onda. Stasera su Rai4, i nostalgici avranno un motivo per restare a casa.

Il libro di Saviano, il plagio e l'attacco alla Camorra

Quando Gomorra era un libro pulp e di denuncia, Roberto Saviano cominciava a vivere sotto scorta. Le rivelazioni sui meccanismi e gli interessi del potere criminale avevano infastidito la triade camorristica Schiavone-Iovine-Zagaria. Dopo, è arrivato il programma televisivo Vieni via con me,co-condotto con Fabio Fazio, in cui il mantra savianista "la parola è verità" ha toccato milioni di telespettatori e critiche di diffamazione.

All'apice della fama, Saviano è stato accusato di aver copiato pezzi del best-seller da articoli delleCronache di Napolie delCorriere di Caserta. La stampa non ha dato peso alle accuse, i giudici si. E hanno condannato l'autore e la casa editrice Mondadori,per aver copiato lo "0.6%". La figura pubblica dell'intellettuale ha però incassato un altro duro colpo: scoperchiata la menzogna seconda la qualeFelicia Impastato,mamma di Peppino, avrebbe telefonato allo scrittore per dirgli di andare avanti.

Gomorra di Matteo Garrone e il premio al Festival di Cannes

Dal libro si è passati alla rappresentazione teatrale, con l'attore Ivan Cotroneo a personificare Saviano. L'opera però, è passata sottotraccia, nonostante una buona sceneggiatura e attori dignitosi.

Nel 2008, il film diretto da Matteo Garrone, conToni Servillofra gli interpreti.Gomorra partecipa al Festival di Cannes e vince il Gran Premio della Giuria, nello stesso anno deIl divo di Sorrentino. I francesi sono incantati. Il regista ha lavorato con originalità sulla forma. Inquadrature ariose e immagini/fatto di una "realtà" contaminata: le ferite sui corpi, l'impulso a imitare Al Pacinodi Scarface e la mania di grandezza che va a sbattere contro le leggi del male.

La stampa italiana ammira il film, ma con rammarico del critico Gianni Canova, "lo etichetta come un film di denuncia, il ritorno alla realtà".

Gomorra su Sky Atlantic, Conte, Savastano, Ciro e il doping mediatico

Il passaggio dal grande al piccolo schermo è inevitabile. Stefano Sollima, salvatore del cinema di genere, dirige episodi e fa il direttore artistico.

Saviano continua a parlare di realismo, senza pensare che solo la finzione lo salverà. In ogni caso, le riviste americane e francesi recensiscono con piacere le prime due stagioni di Gomorra. La serie tv, partita con lo scontro fra i Conte e i Savastano, con Ciro l'Immortaleago della bilancia, è adrenalinica, con un montaggio dinamico e dialoghi vicini al grottesco. Alla regia si alternano Sollima, Cupellini e Comencini. Nell'immaginario popolare, si installano figure e modi di dire ("Du fritture, "sta senz pensieri"). Nella seconda stagione, il machismo è interrotto dalla sadica Scianel (Cristina Donadio) e dalla valorosa Patrizia (Cristiana dell'Anna). Due donne diverse per personalità, due buone attrici in un parco di forti mimetizzazioni, realizzate da Marco d'Amore, Fortunato Cerlino e Salvatore Esposito. Ancora una volta, una forma visiva rinforzata dalla tecnica. Niente staticità dello sguardo e pedante uso del campo-controcampo. E' cinema spettacolo, popolare.