L'ennesimo incidente avvenuto ieri sulla strada statale 36 tra Annone Brianza e Cesana Brianza, dimostra ancora una volta quanto l'Italia sia fragile. Sia chiaro: non fragile per il territorio (escluse alcune zone del Paese), ma per la burocrazia che risulta continuamente lunga e inaccettabile.
Dalle 13.30 di ieri 28 ottobre, quando un automobilista ha segnalato alla Polizia stradale la presenza di calcinacci sulla strada, al crollo effettivo del cavalcavia intorno alle 17.20, sono passate ben 3 ore. Ci domandiamo: com'è possibile che in tutto questo tempo non sia stata presa la decisione di chiudere quel tratto di strada?
Qui non era una questione di competenza, ma solo di prudenza.
Bastava semplicemente il buon senso
La struttura crollata, secondo l'Anas, era di proprietà della Provincia, in quanto parte della strada Molteno-Oggiono.Invece, stando a quanto comunicato dai responsabili dei settori della viabilità di zona, Lecco avrebbe avuto competenza solo dell'asfalto; dunque la struttura sarebbe integralmente sotto la gestione dell'Anas. E mentre si scatena l'ennesima diatriba, si contano ancora morti e feriti. Il bilancio provvisorio è di una vittima rimasta schiacciata dal crollo e di quattro feriti: l'autista del Tir e una famiglia con padre, madre e bambino. Ma poteva essere davvero una strage.
Terminiamo una settimana di "crolli"
Proprio così.
Ancora una volta nel marchigiano, dal 26 di ottobre, è tornato a incutere terrore e a causare disagi il terremoto,il cui sciame sismico non si è ancora fermato. Ad oggi vi sono più di 4.000 sfollati e molti edifici inagibili. Il Governo, che sembrava aver in parte rimediato all'emergenza di agosto sempre in quell'area, ha dovuto rimboccarsi le maniche e provvedere a stanziare 40 milioni di euro, ampliando lo stato di emergenza.
Ma che fine faranno questi soldi? Domanda che pare lecita poiché, sempre in questa settimana (forse per coincidenza o destino) è emerso lo scandalo delle Grandi Opere. Ventuno gli arresti per corruzione nei lavori dellaSalerno-Reggio Calabriae del "People Mover" di Pisa; 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviarioGenova-Milano.
Dove andremo a finire? La cosa che fa riflettere ancora di più, però, è l'utilizzo di materiali scadenti in opere pubbliche: il "cemento che sembra colla". Dunque ci sono altre opere costruite come nelle zone terremotate con polistirolo nelle mura e più sabbia che cemento? E poi pretendiamo che le strutture stiano in piedi?