In questi giorni spicca una notizia da Ferrara, colpita dal sisma emiliano del 2012 (anche se con molti meno danni): grazie ad una sinergia tra il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'università e il Comune di Ferrara, alcune aree sono “monitorate” con tecnologie sperimentali antisismiche d'avanguardia (una sonda speciale). Oltre a Ferrara, anche Matera ed Enna.

La sicurezza per il futuro

Nel 2012, Ferrara fu solo relativamente sfiorata dal tragico sisma emiliano. Fu però quasi un trauma, in quanto si era perduta da secoli la memoria (XVII secolo) di un terremoto disastroso, la cosiddetta faglia della dorsale appenninica ferrarese, tra la città e Argenta, un paese vicino.

Anzi, per qualche curiosa leggenda popolare, Ferrara, notoriamente sul bacino sabbioso del Po, si riteneva a rischio zero e prenderne coscienza non è stato facile.

Gli esperimenti attuali, plausibilmente, indicano future concrete prevenzioni antisismiche importanti e verso anche una nuova filosofia della sicurezza a medio-lungo termine. In fondo, proprio il Terremoto storico ferrarese stimolò l'architetto Pirro Ligorio a progettare il primo esempio di edifici e tecniche antisismiche; non ultimo, proprio Ferrara negli anni 90 fu sede di un convegno speciale (col senno di poi) di Geologia in cui nuovi risultati segnalavano il reale rischio della città estense e dell'Emilia, un convegno sottovalutato.

Da Casa Italia a Casa Ferrara

Un elogio, quindi, è doveroso alle Istituzioni stesse per tale novità sul tema che conferma un forte sviluppo, almeno, della geologia preventiva stessa non solo a Ferrara ovviamente. Il premier stesso Renzi, ascoltando i moniti da decenni ormai denunciati proprio dalla comunità scientifica geologica italiana, dopo gli ultimi disastrosi terremoti umbri di Amatrice e aree vicine, ha annunciato un piano nazionale per la messa in sicurezza dell'80% del territorio italiano a rischio sismico medio-alto.

Si comincia a capire, come da anni dicono gli scienziati che tale grande opera di messa in sicurezza sarà anche un investimento sorprendente per l'avvenire, mentre le spese di ricostruzione ogni volta sono dissipazioni di risorse pubbliche, quasi cifre analoghe per le progettazioni invece preventive.

Ulteriormente: se attuati i piani non effimeri ma globali di prevenzione e messa in norma degli edifici, pubblici e privati, si avranno opportunità di sviluppo e nuova occupazione insospettati ai non addetti ai lavori, politici e opinione pubblica inclusi.

Città come Ferrara, poi, che scommettono su arte e turismo con risultati affascinanti ma produttivamente deboli, scoprirebbero scenari di sviluppo ancora poco percepiti. Quando vogliono i migliori politici ascoltano gli esperti (i geologi in questo caso), quindi ben venga al più presto anche un piano antisismico Casa Ferrara. In un certo senso, il terremoto non può attendere, la sicurezza preventiva è una priorità e oggi la tecnologia non è impotente: paesi come il Giappone che sopportano magnitudo anche elevatissime, 9 gradi Richter, non sono fantascienza, ma scienza applicata che salva vite umane e custodisce infrastrutture, edifici pubblici, palazzi storici e le città.