Mancano solo pochi giorni al voto referendario, sulla tanto discussa Riforma costituzionale, e i toni polemici del confronto si sono infiammati. Quando si apre un dibattito, su un argomento così importante come la Costituzione, è sempre un fatto rilevante e democratico. Parlarsi poi in modo civile, per esporre le proprie ragioni, su argomenti vitali per tutti è non solo doveroso, ma rappresenta un investimento sicuro per le future generazioni. Duole però quando si passa, dalla libera e composta discussione, alla volgarità, con accuse reciproche.

Il tema della Costituzione è sempre stato una materia che ha appassionato tutti: si tratta della nostra legge fondamentale, di cui andiamo orgogliosi.

Bersaglio politico

Parlarne, per migliorarla, dovrebbe essere un obiettivo comune, ma come è sempre successo anche in altre opportunità simili, strada facendo, si finisce col cambiare l'obiettivo, passando dal merito al bersaglio politico. Anche in questo caso, forse per errore di impostazione politica, il bersaglio non è il merito della legge, ma la figura politica che ha la responsabilità del Governo: Matteo Renzi. Ora si può essere d'accordo o meno sulla politica portata avanti, in questi ultimi due anni, dal Presidente Renzi, ma gli va riconosciuta una buona dose di determinazione, che gli ha consentito di andare avanti e di fare anche altre riforme, alcune delle quali da concludere, ed altre da rettificare.

Aspro confronto con Landini

Va anche detto che ha trovato, il Presidente Renzi, una situazione economica fragile, e che, per questo, non ha potuto mantenere tutte le promesse fatte. Ma torniamo al tema del confronto tra Landini e Renzi. Misurato nei toni, anche se aspro nel dibattito, il Presidente Renzi ha insistito sul fatto che il NO è un voto a favore della Casta.

Landini ha ribattuto che la CGIL è per un Senato delle autonomie, ma non come quello partorito dalla Riforma, che somiglia tanto ad un 'animale bicefalo', di poca chiarezza. Inoltre Landini ha precisato che i cambiamenti proposti sono 'malfatti e sbagliati', e che sono necessarie riforme, in grado di unire il paese, come i nostri padri costituenti hanno fatto nel passato. Renzi ha poi ribadito che tutto poteva essere fatto, ma in realtà ' in 70 anni non s'è fatto nulla'.