'La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti'.Con queste parole Indro Montanelli, indimenticato giornalista del secolo scorso, ha sintetizzato un fatto che sembra essere ormai comune a molti.

La depressione è una “patologia psichiatrica o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli”, così recita Wikipedia, che espone i sintomi riconosciuti dall’American Psychiatric Association negli anni ’80.

La depressione come malattia da combattere. La depressione però anche come scudo dietro cui ripararsi quando i problemi sembrano prendere il sopravvento, quando i dubbi sono più delle certezze, quando la forza d’animo lascia il posto all’angoscia del cuore. Un malessere che può colpire chiunque e la cronaca degli ultimi giorni ne porta concrete testimonianze. Vogliamo affrontare due casi in particolare.

Il copione delle star

Tristemente ricordato da amici, colleghi, fan, George Michael sembra essere l’ultimo di una lista di star cedute al fascino degli stupefacenti. L’autore di Jesus to a child, Somebody to love, Freedom ’90 e altri capolavori imperituri, potrebbe aver seguito un copione che altre stelle della musica e dello spettacolo hanno interpretato.

Infatti, l'ipotesi che sta emergendo nelle ultime ore relativamente alla sua morte, che ha reso il Natale appena trascorso il Last Christmas della sua vita, è quella dell'overdose. Droghe e farmaci sono stati per molte celebrità un rifugio da una vita passata sotto i riflettori, una ricerca di forza per delle personalità appariscenti quanto fragili.

I supporter rimangono increduli, i critici dubbiosi. “Ma perché rovinarsi con le proprie mani?” la domanda più comune in queste circostanze. Per chi si è costruito, artisticamente, sentimentalmente e umanamente da solo, l’autodistruzione a volte sembra diventare l’unica conseguenza. Un artista o lo si ama o lo si odia e spesso questi due aspetti coincidono.

Perché ciò che rende il carattere e l’abilità di un personaggio uniche, è lo stesso che poi lo porterà all’uscita di scena.

Il bene o il male

Da una vita da star alla umile realtà di tutti i giorni. Ci troviamo a Gela, è appena trascorso il Natale, la festa dei bambini per eccellenza. Qui una madre, da tempo in preda alla depressione, ha avvelenato le sue figlie di 9 e 7 anni con della candeggina, provocandone la morte, per poi tentare il suicidio, fallito per l’intervento tempestivo del marito. Un racconto atroce di come la mente umana, se lasciata in balia delle proprie inquietudini, possa arrivare a gesti estremi, come l’uccisione della propria prole, come il (tentato) sacrificio della propria vita, come il guardare negli occhi il proprio marito confessandogli tutto.

La ‘classica famiglia del Mulino Bianco’ a detta dei vicini. A conferma che i peggiori demoni amano nascondersi nel bene più comune.

Non si sa quando arrivi, né come sconfiggerla. Per questo la depressione rimane la peggiore delle nemiche, la più subdola. Non guarda in faccia nessuno, con il fascino di chi non avrai mai ma la prepotenza di chi pensa di essere inevitabile. Non si può e non si deve lasciare terreno fertile per il seme del malessere. Anche se combattere i propri fantasmi non è facile, la nostra vita potrebbe non consistere in altro se non nell'obbligo di provarci.