Con il trascorso voto referendario, tutti abbiamo preso parte alla discussione politica, e ciascuno ha espresso il suo punto di vista. La riflessione sulle ragioni della Riforma ha aiutato a fare emergere tutte le contraddizioni presenti nella società politica: soprattutto è servita a scovare gli intellettuali e poliitici che, solitamente, hanno il piede su due staffe. Ci riferiamo a quelli che si opponevano alla riforma e poi, per espressa loro dichiarazione, turandosi il naso, hanno votato per il SI. Non c'è da meravigliarsi, nel mondo politico, l'opportunità è fatale.
Non possiamo però generalizzare, perché nella polemica, che a volte ha assunto toni aspri ed al limite dell'insulto, molti che erano partiti col piede sbagliato, si sono accorti dell'errore, entrando nel merito, ed hanno rettificato, non sbandierando però le due comode opzioni.
Impostazioni non chiare
A nulla sono valse la varie strategie messe in atto, visto che i risultati hanno dato una netta maggioranza ai sostenitori del NO. Dopo tutto dobbiamo riconoscere che si è trattato di un momento di vivacità politica, che per molti versi è un segnale importante. in una società che sembrava assopita. L'errore principale di questa competizione è rappresentato dal fatto di aver attribuito al SI ed al NO significati sbagliati: da una parte valori distruttivi per il NO e dall'altra il senso delle istituzioni per il SI.
Tutto ciò ha fatto perdere di significato il vero senso della riforma. Per ricucire gli strappi che si sono generati, occorre una profonda riflessione e discussione partecipata, per ricominciare, con modifiche, sulla strada già in parte percorsa della rinascita economica.
Attenti alle altrui ragioni
Non dobbiamo però banalizzare il significato del NO e del SI, perché consentono entrambi di cogliere la voce della società (popolo), profondamente divisa, ma che ha bisogno di un minimo comune denominatore: ad ogni buon conto il vincitore dovrà tener conto delle ragioni altrui.
Una nuova Italia alla ricerca di un equilibrio in grado di discutere e risolvere i problemi della società, così come ci viene richiesto dal risultato del Referendum. Col nuovo scenario politico, sicuramente molte cose cambieranno nel PD: la resa dei conti è imminente. Intanto il congresso del partito diventa un atto urgente a cui nessuno può sottrarsi.
Non vi sono pericoli di scissioni perché la minoranza risulta molto rafforzata nel partito e potrà al prossimo congresso contare di più. Per il governo, oltre all'ordinarietà, si dovrà occupare della modifica della legge elettorale per poter votare nella prossima primavera.