Ogni giorno che passa, il mistero sulla morte di george michael s'infittisce. Prima l'ipotesi di un infarto, poi quella dell'overdose, infine quella del suicidio. Le prime analisi autoptiche non hanno portato a conclusioni e certezze. Il presunto ultimo fidanzato Fadi Fawaz non ha aiutato nella ricerca della verità: sebbene sia stato egli stesso a trovare il corpo senza vita del cantante greco, ha cambiato versioni più volte, per poi essere ascoltato quale "persona a conoscenza dei fatti" e la scoperta che in realtà non fosse più il compagno di Michael da mesi (la notte della tragica fine del cantante del fatidico 'Last Christmas' avrebbe addirittura dormito in auto fuori casa: un mistero nel mistero, visto il gelo londinese di quei giorni).
'Sono vivo, la musica mi ha salvato', nella canzone-testamento
Spulciando la discografia di George Michael, riascoltando l'ultimo brano prodotto dal cantante, emerge tuttavia una rivelazione - se non un epitaffio - che spesso le indagini scientifiche e poliziesche non elaborano. Una 'prova' da analizzare nei minimi dettagli che rivela da un lato ferite e cicatrici mai completamente assorbite, dall'altro una gioia di vivere (e sopravvivere) in linea con le ultime canzoni alle quali il cantante stava lavorando prima del decesso. Uscito nel 2012, 'White Light' è da considerarsi a tutti gli effetti il testamento di George Michael. La canzone descrive il suo 'ritorno alla vita' dopo essere stato ricoverato per una grave polmonite nel 2011 che lo fece piombare in coma per tre settimane, durante le quali si temette per la sua vita.
'White Light' è stata scritta per il suo ritorno 'alla luce' (è il caso di dirlo!) dopo il pericolo scampato, dopo aver visto la 'luce bianca' che divide il mondo terreno con l'Aldilà. Nel testo il cantante professa la sua gioia di esserci ancora: 'sono vivo, sono tornato, devo continuare - lo si sente intonare - più fiero che mai, più rumoroso che mai.
Ho continuato a respirare, dicendo che questo non è il mio ultimo giorno, non c'è alcuna luce bianca e io non ci passo attraverso'. Indica poi il salvagente che lo ha fatto rimanere a galla: 'è stata la musica a salvarmi, o la scienza, o il modo che avete pregato per me, ci sono così tante cose che voglio fare'. Spazio anche all'autocritica esistenziale degli ultimi anni, quando egli racconta di 'un'altra pasticca, un'altra birra, in attesa dell'uomo da scegliere'.
Ma è nel passaggio in cui immagina come l'opinione pubblica avrebbe commentato la sua dipartita, che la canzone suona come una profezia avverata: 'una stella in meno nell'atmosfera, forse voleva solo essere libero'.
Il video autobiografico con Kate Moss
Alla canzone fu abbinato un video, anch'esso assai autobiografico, aperto da una BMW (stessa marca guidata dal cantante) dalla quale scende una sexy Kate Moss. Essa incarna la morte tentatrice che seguirà George Michael fino alla fine, quando essa getterà una moneta in aria per vedere se sia arrivato il momento o meno che egli la segua. Nel mezzo, le immagini ripercorrono la vita sotto i riflettori della star: lo scandalo per le proposte sessuali a un poliziotto in un bagno di Los Angeles, l'immagine melanconica di un giovane ragazzo (probabilmente il mai dimenticato compagno Anselmo Feleppa, morto nel 1993 di Aids), la stampa e i flash pressanti ('cambia canale, potrei essere stato io', canta il nostro), le siringhe e le corsie di ospedali degli ultimi anni, balli sfrenati in una terra di nessuno, un ascensore con una luce bianca all'interno e Michael immobilizzato dalla scelta se salirci, colombe che diventano corvi (vita e morte) e anche una zebra (o sei bianco o sei nero, sembra simboleggiare l'animale, oppure puoi conviverci).
Alla fine, colpito a morte dai poliziotti - Michael non nascose mai la delusione per la 'trappola' di Los Angeles - la moneta lanciata in aria dalla Moss ricade nella di lei mano e gli occhi del cantante si riaprono. Come non è più successo dal 'Last Christmas' 2016.