Messi e Cristiano Ronaldo sono e saranno ricordati, con ogni probabilità, come i calciatori più importanti e influenti dell'ultimo decennio. Numeri alla mano basta dire che, dal 2008, hanno fatto incetta di palloni d'oro senza lasciare il minimo spazio a qualsiasi altro pretendente. Più che due calciatori, sono i simboli di due vere e proprie scuole di pensiero. Due modi di essere completamente differenti ma allo stesso tempo complementari e necessari. L'uno per l'altro. L'argentino è il talento puro, l'espressione del calcio nella sua forma più artistica.

Il portoghese è invece il dinamismo e la fisicità espresse nella loro più completa perfezione. Una perfezione disumana.

Messi e Ronaldo, chi è il più forte ?

Quante volte ci è capitato di dover rispondere a questa domanda e di essere coinvolti in dibattiti infiniti e logoranti, senza soluzioni conciliabili. Spesso infatti la preferenza dell'uno implica il biasimo dell'altro. Per diversi anni, comunque, questa rivalità è stata vissuta come una sfida tra "bene e male". La pulga era ovviamente il buono, il ragazzino timido e taciturno che era riuscito a superare gravi problemi di crescita. Ronaldo quello presuntuoso, arrogante e pieno di sé. In questi ultimi anni, i diversi patteggiamenti con il fisco da parte dell'argentino e le lodi ricevute dal lusitano dai suoi allenatori, hanno però contribuito a cambiare questa percezione.

Nonostante tutto, il dilemma amletico permane e noi, con molta onestà, non sappiamo risolverlo né tanto meno darvi una preferenza. Vorremmo concentrarci infatti sulla particolare essenza che caratterizza questa rivalità. Come scritto in precedenza, troviamo nei due un rapporto di complementarietà e necessità.

Come se la bravura dell'uno fosse necessaria e sufficiente per la forza dell'altro; come se Messi non sarebbe potuto diventare quel che è diventato se non ci fosse stato Ronaldo, e viceversa.

Messi e Ronaldo, l'eterna rivalità

Conquistato il pallone d'oro nel 2008, il portoghese pensava probabilmente di aver raggiunto il culmine della sua carriera, ma si sbagliava eccome.

Nei primi anni al Real Madrid ha dovuto assistere impotente all'ascesa dell'argentino che con il suo Barcellona faceva man bassa di trofei e rifilava "manite" proprio al Real. Eppure il ragazzo di Madera non si è mai perso d'animo e si è allenato, giorno dopo giorno, diventando una macchina perfetta, un giocatore senza difetti. Migliorandosi sempre di più, comprendendo che il talento del rivale poteva essere raggiunto e superato solo attraverso grandi sacrifici. Anno dopo anno è diventato più forte, raggiungendo (forse) il culmine nella scorsa stagione con la vittoria della Champions League e dell'Europeo da protagonista. L'altro lato della medaglia non è in fondo diverso. Vedendo la determinazione del rivale, Messi ha sicuramente capito che, a lungo andare, per rimanere ai vertici, non poteva bastargli soltanto il talento, per quanto immenso esso fosse.

Quindi negli anni è migliorato anche lui attraverso l'allenamento, migliorando fondamentali come il calcio piazzato (un vero cecchino) ma soprattutto dal punto di vista della mentalità, da sempre considerata una sua mancanza.Negli ultimi anni è infatti diventato un leader. Un trascinatore sia nel Barcellona che in Nazionale. Anche se conta tre finali di Copa America e una mondiale perse, si è dimostrato di essenziale importanza nel raggiungimento di esse; pur mancando di fortuna e lucidità nei momenti cruciali. Sono i numeri e le prestazioni a dimostrarlo, non una nostra infondata apologia.

Messi e Ronaldo, considerazioni finali

Non sappiamo per quanto ancora potremmo vederli giocare a questi livelli. Speriamo il più possibile. Nel frattempo, basta discussioni e godiamoceli.