La Corea del Nord ha di nuovo mostrato i muscoli, come riportato da tutte le agenzie di stampa, effettuando un nuovo lancio missilistico verso il Giappone, che secondo fonti di intelligence americane e giapponesi sarebbe comunque fallito. E' il misero tentativo di una nazione, o meglio del suo leader, di cercare di impressionare i potenti vicini, in primis la Cina che il 6 e il 7 aprile ospiterà il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump in visita ufficiale; ma anche il Giappone, suo storico nemico.

Secondo fonti americane, c'è la precisa volontà di far salire la tensione nell'area per poter, in questo modo, rivendicare e affermare la propria presenza, anche solo come potenza antagonista.

Ma la Corea del Nord è un paese allo stremo, con un economia asfittica ormai da decenni, che a tutto dovrebbe pensare per il benessere della sua popolazione tranne che ai giochi di guerra con delle potenze come la Cina o contro addirittura la Superpotenza mondiale americana. Ma si sa, l'ego del capo carismatico e l'orgoglio nazionale accecano il senno anche al più avveduto dei leader, figuriamoci a un guerrafondaio.

E se tutto questo favorisse la politica militare di Trump?

Da che mondo è mondo, nulla ha mai accelerato la crescita economica come la Guerra. Certo non vogliamo assolutamente dire che sia intenzione del Presidente Trump scatenare una nuova Guerra di Corea o altro conflitto, ma certamente alcune dichiarazioni sue e del Segretario di Stato Rex Tillerson, secondo cui la "pazienza strategica" degli Stati Uniti stia finendo, inducono a pensare.

Inoltre, lo stesso Trump ha in programma di rafforzare e rimpolpare l'Esercito Americano sia in termini di uomini che di armamenti. Infatti, come riportato sul sito del Fatto Quotidiano del 20/03/2017, nel blog di Roberto Colella, sembrerebbe intenzione del Presidente Trump accrescere il numero delle navi da Guerra del 30%, portare i battaglioni dei Marines a 36 e gli effettivi dell'esercito da 475 mila unità a 540 mila, solo per menzionare alcuni dati.

Sicuramente la lobby degli armamenti è stata una delle più potenti sostenitrici della campagna elettorale del Presidente, e non ci si può aspettare che lo stesso non la ripaghi dovutamente. Inoltre l'isolazionismo economico verso cui Trump sta spingendo l'America e gli americani lo porta, giocoforza, a favorire i settori più forti della sua economia, e le imprese di costruzione di armamenti sono sicuramente tra queste.

Ma certamente, avere la possibilità di sfruttare, gratuitamente, la possibile minaccia di un attacco atomico da parte di nazioni come la Corea del Nord, a parere di chi scrive, non fa che facilitargli il compito.

Quindi, per assurdo, se la Corea del Nord e il suo leader volessero veramente danneggiare gli Stati Uniti e la politica del loro Presidente, dovrebbero agire esattamente all'opposto e smetterla con i test missilistici, ma lavorare per una pace duratura nell'area asiatica, sia con la Cina, che con il Giappone.