Beppe Grillo non perde occasione per far cadere il Movimento Cinque Stelle, il partito di cui è co-fondatore, in mezzo al caos. E' storia di sempre la sua invettiva contro l'Euro e l'Europa e già emerge una nuova contraddizione all'interno della sua strategia politica. E' il caso della nuova sindaca di Genova, Marika Cassimatis, che le Comunarie Cinque Stelle dello scorso 14 marzo hanno decretato vincente. Il 17 marzo Grillo è intervenuto personalmente estromettendola dalla lista e privandola del logo. Il voto successivo aperto e nazionale ha sancito Luca Pirondini nuovo eletto sindaco.

Ma la Cassimatis non si è arresa; ha fatto ricorso e il giudice Braccialini l'ha reintegrata.

L'Euro e la moneta fiscale di Beppe Grillo

Il fondatore e l'intero Movimento Cinque Stelle hanno già ampiamente dimostrato di avere idee per niente chiare e semmai confuse tanto su ciò che intendono per Europa, che di cosa vogliono fare dell'Euro. Dopo essersi schierati contro l'Europa in un primo momento, è storia recente la proposta di un referendum sull'Euro. Con la novità, rispetto al passato, che se la consultazione referendaria andasse male, si potrebbe sempre ricorrere alla "moneta fiscale". L'economista Mario Seminario, intervistato per Vanity Fair, ha messo in guardia da una scelta simile. Non solo, perché nella pratica si tratterebbe di introdurre una forma di moneta parallela all'Euro.

Ma, soprattutto, perché di fatto lo Stato si troverebbe ad anticipare di alcuni anni l'uso di una liquidità incontrollabile. Nella pratica lo stato dovrebbe cioè emettere i così detti Ccf (Certificati di Credito Fiscale) e questi entrerebbero in circolazione a uso di privati. In questo modo, il Governo finirebbe per spendere in anticipo il gettito fiscale degli anni futuri.

Con conseguenze incontrollabili e ben lontane dall'assicurare stabilità e solidità all'Euro e all'Italia.

Caso Cassimatis secondo il giudice Braccialini

Il caso Cassimatis è esploso a marzo e ancora non è giunto a una conclusione valida per tutti. Anche questo ambito ha rivelato le profonde crepe di un Movimento, quello di Beppe Grillo, troppo ancorato alla voce di uno solo e ben lontano da fondarsi sul consenso e la libera scelta dei suoi iscritti.

Il giudice Roberto Braccialini, intervenuto nel ricorso della Cassimatis, ha annullato ieri la sua esclusione dalla lista del Movimento Cinque Stelle e, al tempo stesso, anche la votazione di Luca Pirondini. Non solo. Il giudice ha espresso ampie riserve sul comportamento di Beppe Grillo. Parlando di "conduzione dirigista" e di "regole poco chiare". Mettendo in guardia, infine, da un capo-partito che assolve a sé l'ultima parola. Come emerge dall'Ordinanza del giudice, "Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, in materia di candidature locali, non si identifica nel diritto di ultima parola."