In questi giorni ha fatto scalpore la notizia che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, stia adottando dei decreti a protezione degli interessi commerciali e della sicurezza degli americani, l'ultimo dei quali mirerebbe a smantellare la politica ambientalista della precedente amministrazione democratica dell'ex Presidente Barack Osama.

L'intenzione del presidente Trump, cioè garantire posti di lavoro, ad una middle class americana duramente provata dalla crisi economica parla sicuramente alla pancia della nazione; ma la realtà è tutt'altra.

Partiamo innanzi tutto dal decreto che sancisce il ritorno alla generazione di energia tramite il carbone e i combustibili fossili.

La maggioranza delle grandi imprese americane hanno fatto enormi investimenti per riconvertire le proprie produzioni convergendo verso le fonti rinnovabili. Inoltre in questa riconversione hanno una parte fondamentale sia alcuni Stati che importanti città. Se consideriamo,infatti, che tra due anni l'America celebrerà le elezioni di medio termine, che potrebbero ridisegnare la composizione del Congresso americano, rendendolo più ostile a The Donald, risulta difficile pensare che delle grandi multinazionali si imbarchino in investimenti onerosi di così corto respiro.

Passando invece al tema della Sicurezza, finalmente è venuto alla luce perché il Presidente Trump aveva vietato di portare a bordo degli aerei laptop, tablet, ecc. I terroristi sarebbero attualmente in grado, secondo l'Fbi, di nascondere all'interno di questi dispositivi del materiale esplosivo. Ma ciò che veramente spaventa è che questi terroristi sarebbero in grado di passare le maglie dello scudo di difesa predisposto dalle autorità.

Di conseguenza la nostra sicurezza e' solo apparente, sopratutto negli aeroporti.

Il protezionismo americano è anacronistico e dannoso.

Queste poche considerazioni dovrebbero essere sufficienti a chiarire quanto fuori dal tempo e dannose sono politiche protezionistiche nel XXI secolo.

Che The Donald lo ammetta o meno viviamo ormai in una società globalizzata, dove la vera ricchezza, dovrebbe essere lapalissiano, è la condivisione delle informazioni e delle conoscenze.

Lo scambio di conoscenza è alla base di ogni crescita economica e chiudersi nel proprio guscio non fa altro che impedire la crescita e quindi, in definitiva, il benessere, sociale ed economico di tutti, americani o non.

Tanto più il discorso vale quando in gioco è la sicurezza personale nostra è dei nostri figli. Il Presidente Trump ha reso possibile l'accesso a informazioni sensibili alle compagnie telefoniche a scopo commerciale. Allo stesso modo, confidiamo, che le Agenzie Federali in possesso di informazioni vitali per la sicurezza le condividano anche con gli altri paesi alleati o meno.

La vita umana è sacra e non va danneggiata per favorire interessi economici di parte o non condividendo informazioni essenziali. Speriamo che il Presidente Trump possa essere consigliato saggiamente dal suo staff. Per il bene di tutti, in ogni parte del globo.