Un improvviso attacco aereo ha provocato settantadue morti e tanto sgomento sul web. Questa la situazione in Siria dove ieri, 4 aprile, sono stati utilizzati dei gas tossici sulla cittadina Khan Sheikhun, nel Governatorato di Idlib, una delle roccaforti dei ribelli.

Eppure qualcosa non torna. Assad, dopo una decisa campagna discriminatoria da parte dei mass media occidentali, era riuscito ad acquisire una maggiore credibilità agli occhi del mondo. Il sedicente califfato dell'IS conta i giorni che lo separano dalla definitiva caduta per mano dei "liberatori", e le prese di posizione del neo-eletto Trump in politica estera sembrerebbero scongiurare un ulteriore intervento militare.

Chi potrebbe essere il colpevole dell'attacco chimico? Analizziamo meglio la situazione.

Ipotesi 1: Assad

Al-Assad, non nuovo a questo tipo di scuse, avrebbe ordinato un raid contro i ribelli. Ipotesi probabile considerando i suoi trascorsi, ma allo stesso tempo improbabile se si tiene conto della sua immagine a livello internazionale.

La comunità internazionale - mediamente indignata - presentava Assad come una sorta di "Leviatano" che avrebbe giustificato un intervento per rovesciare il suo regime. È pur vero che l'alleanza con Putin e le deficienze in materia di politica estera della Casa Bianca guidata da Trump, hanno lo scopo di fungere da cuscinetto non solo dagli interventi militari, quanto dalle possibili accuse da parte della comunità internazionale e dei suoi istituti.

Assumendo per veritiera l'ipotesi dell'Assad carnefice, si rischierebbe:

  • Ennesimo intervento militare dell'Occidente in Siria per "liberare la popolazione" in stile Saddam Hussein o Gheddafi;
  • Definitivo screditamento dell'immagine dell'attuale presidente della Siria;
  • Improvviso revanscismo dei ribelli e, forse, dei militanti dello Stato Islamico.

Ipotesi 2 - Putin

Nella ricerca della verità occorre pensarle tutte.

Non sarebbe nemmeno così anomalo dedurre che, dati i recenti quindici attacchi dell'esercito russo per aiutare il regime, si sia andati oltre il consentito. D'altronde, è risaputo che Assad e il suo esercito non abbiano alcuna arma chimica. Almeno sulla carta.

Ipotesi 3 - Esercito ribelle

La tecnica dell'autoattentato non è di certo nuova, e la provincia di Idlib è effettivamente sotto il controllo dei ribelli.

I video che girano sul web da fonti sconosciute potrebbero anche condurre a questa via. Un'azione simile avrebbe comunque come obiettivo quello di acuire i sentimenti di odio contro il regime e, pertanto, non ci sentiamo di escluderla. Bisogna ricordare però che i ribelli non hanno aerei, e questa condizione ricondurrebbe ad Assad o a Putin.

Ipotesi 4 - Mero errore

Magari Assad ha sì ordinato l'attacco, magari il raid è stato condotto dalla Russia, ma nessuno ha utilizzato gas tossici. Lo stesso presidente siriano, in passato, ha denunziato che i ribelli fossero in possesso di armi chimiche. Di conseguenza, non è da escludere che possa essere stato colpito un deposito delle suddette armi in maniera del tutto involontaria.

Osservando le immagini che stanno circolando sul web, risulta piuttosto spontaneo indignarsi. Ad ogni modo, riteniamo fermamente che occorra evitare il più possibile la diffusione dei video sui bambini uccisi. Perché? È esattamente ciò che vogliono: indignarci per richiedere l'ennesimo intervento in Siria. Sicuri che il popolo siriano troverà la pace nel caos?