Sabato scorso l’edizione n°100 del Giro d’Italia ha vissuto la sua giornata più simbolica. Un percorso breve, almeno per i professionisti del pedale, poco più di 130 km che hanno idealmente unito la città natale del Grande Fausto con l’epica impresa di Marco Pantani, quando, nell’edizione 1999, dopo un salto di catena superò 49 avversari segnando il record di scalata della salita al Santuario di Oropa.

Un primato rimasto imbattuto anche quest’anno, quando, 15 secondi dopo il “Pirata” l’olandese Tom Dumoulin ha tagliato il traguardo davanti a tutti i suoi principali avversari, seconda vittoria dopo l’impressionate cronometro di Foligno.

Giro d'Italia, una festa popolare

Al di là del tifo, delle rivalità e del risultato finale, il Giro d’Italia è soprattuto una grande festa popolare aperta a tutti, dove il biglietto d’ingresso è limitato alla pazienza di attendere i corridori per ore e ore. Nel frattempo, c’è chi si prepara stendendo striscioni, chi scrive sull’asfalto, chi prende il sole e chi si stordisce d’alcool, ma soprattutto ci sono i ciclisti amatori, di tutte le taglie, età e tipologie, dall’ex professionista alla mamma con il cartello “No Oil” sul portapacchi.

Del resto basta arrivare qualche ora prima del passaggio dei corridori per provare l’ebrezza di pedalare tra due ali di folla e tagliare il traguardo davanti alle tribune delle autorità e dei cronisti il che, parafrasando, equivale a tirare due calci al pallone sull’erba di San Siro prima della Finale di Champions.

Da Gavirate a Oropa in bicicletta

Un’occasione che, come molti altri appassionati della Provincia, non mi sono fatto sfuggire partendo da Gavirate alla volta di Borgomanero, Romagnano Sesia, Serravalle Sesia, Valle Mosso, Cossato, Biella e Oropa. 5 ore di pedalata quasi totalmente in solitaria, accompagnato dalla vista rassicurante del Monte Rosa imbiancato, da alcuni minacciosi nuvoloni, dai pensieri e dai ricordi.

Passando per Varano Borghi la memoria va a Giulia Occhini, la famosa Dama Bianca moglie del medico condotto del paese e grande tifoso di Coppi, almeno fino a quando il Campionissimo e la moglie non decisero di lasciare le rispettive famiglie per vivere insieme. Una storia d'amore che spaccò l'opinioni pubblica ben più profondamente della rivalità tra il Campionissimo e Bartali.

Attraversando Varallo Pombia penso ad Androni Giocattoli e al team di Gianni Savio, escluso dal Giro del Centenario. Non certo un bel gesto degli organizzatori che, nell’anno del Centenario, hanno invitato solo due squadre italiane, la Bardiani CSF e la Willier Triestina, lo stesso numero di quelle francesi, che al Tour de France invece sono invece ben quattro. Pedalando lungo la Valle Mosso fino a Biella, lungo il corso dello Strona, incontro un gruppo di ciclisti Australiani e Neozelandesi assistiti da un tour operator francese, che li segue con un furgone, con bici di scorta e vettovaglie, quasi fossero dei professionisti.

Facendo due chiacchiere scopro che sono da una settimana in Italia a pedalare sulle nostre montagne, una vacanza organizzata da 5600 euro.

Chiedo se sono soddisfatti dell’esperienza italiana e la risposta è che il prossimo anno vogliono ritornare per pedalare sull’Etna.

La cosa mi mette di buon umore e del resto sono una allegra comitiva di circa 15 loquaci amatori ma mentre faticosamente salgo a Oropa, tra due ali di folla coperte di rosa, un pensiero mi tormenta: perché dei francesi portano degli australiani e neozelandesi a pedalare in Italia?