E' morto ieri, all'ospedale San Gerardo di Monza, un bambino affetto da leucemia linfoblastica acuta. Il piccolo di sei anni, era da diverso tempo in cura presso la Fondazione Monza e Brianza per la mamma e il bambino. Dal 15 marzo lottava contro il morbillo, malattia che l'ha infine portato al decesso.

Il caso di Monza

Le maggiori testate giornalistiche hanno riportato la notizia sottolineando il fatto che i fratelli del piccino non fossero vaccinati e ipotizzando, senza dare alcuna certezza, che proprio loro abbiano trasmesso il morbillo al fratellino.

Una notizia drammatica, costruita intorno ad un'ipotesi, che ci ha spinto a indagare ulteriormente il caso di Monza.

Apprendiamo così, attraverso le pagine del MbNews, rivista on line della città di Monza e della Brianza, che un'epidemia di morbillo era in corso presso la struttura ospedaliera dove il piccolo affetto da leucemia era ricoverato. La notizia è del 21 giugno 2017 e porta questo titolo: "Morbillo, epidemia in pediatria al San Gerardo, Situazione sotto controllo". Il direttore della clinica pediatrica, Andrea Biondi, intervistato, fa sapere che a contrarre il morbillo sono stati cinque neonati, oltre a due pazienti affetti da malattie oncologiche. Sette bambini colpiti da morbillo, di cui sei sono stati dimessi mentre resta in osservazione il settimo bambino.

Sappiamo che, purtroppo, quest'ultimo è deceduto a causa di complicanze della malattia stessa.

I dubbi sul contagio

Alla luce di questa notizia, viene lecito chiedersi se davvero il bambino sia stato contagiato dai fratelli o piuttosto abbia contratto la malattia in ospedale. Come il piccolo abbia contratto il morbillo che l'ha infine portato al decesso, può essere irrilevante per la maggior parte delle persone, ma è sicuramente importante chiarire questo aspetto per rispetto alla famiglia che si trova oggi ad affrontare, oltre ad un terribile lutto, anche un vero e proprio attacco mediatico.

Se ci saranno novità al riguardo, sarete prontamente aggiornati.

Per quanto riguarda i neonati contagiati, è importante ricordare che le donne, contraendo la malattia naturale ed allattando i propri bambini, passano importanti anticorpi specifici per il morbillo che proteggono i neonati per i primi sei/nove mesi di vita. L'iss, attraverso il suo portale dedicato all'epidemiologia in Italia, sottolinea come questa protezione naturale sia inferiore, se la mamma è immunizzata da vaccino, piuttosto che dalla malattia stessa.