Siamo alcuni dei pochi che ancora credono nella ricomposizione del dialogo politico, da sempre portato avanti in modo incomprensibile dalla sinistra italiana. Per capirne i motivi, bisogna partire dal peccato originale. Oggi il Partito Democratico è frutto dell'incontro di due culture del passato, confluite saggiamente e con lodevoli sforzi nell'attuale partito. Due pensieri -quello di stampo democristiano e quello di stampo comunista - che nei decenni si sono scontrati, ma che si sono resi entrambi artefici dello sviluppo del nostro paese. Continuare insieme è sicuramente il traguardo da realizzare.

Occorre una buona dose di aggregazione e un reciproco rispetto per le idee altrui. Tutto sommato, con sfumature diverse, le parti in causa vogliono le stesse cose e le polemiche servono solamente per migliorare il prodotto delle riforme, colorarle e renderle più vicino possibile al proprio pensiero.

La necessità di una buona legge elettorale

La necessità quindi, è quella di darsi gli strumenti per poter operare in forma democratica. Primo fra tutti, una buona legge elettorale, attraverso la quale coinvolgere tutta la cittadinanza: con l'occhio rivolto verso la rappresentanza della parte più debole della società. Ogni disposizione che preveda la esclusione di quelle parti di popolo che non raggiungano il 5% dei voti, assume, a nostro parere, un significato antidemocratico.

Alla fine di questa settimana le due principali anime della sinistra italiana si affrontano a distanza: Renzi a Milano e Pisapia-Bersani a Roma. Il primo, espressione della sinistra moderata, molto vicina all'ex Margherita; i secondi, invece, più vicini agli ex Ds poi confluiti in Art. 1 Mdp e Campo Progressista.

Centro-sinistra allargato

Renzi ritiene che occorra evitare le polemiche e chiede una moratoria sulle stesse, sostenendo che servano solo a far crescere gli avversari. Non è comunque entusiasta del centro-sinistra. Ma buona parte del partito, con a capo Franceschini, Orlando e molti altri, invece, ritiene che quella di Renzi sia un politica divisiva, vale a dire il contrario di tutto ciò di cui si ha bisogno nel partito in questo momento.

Pisapia invece ritiene che vi sia la necessità di recuperare il consenso perduto negli ultimi anni e di ricondurre il dialogo sui giusti binari. La ricostruzione di un centrosinistra largo rappresenta la migliore soluzione per consentire una ricomposizione del quadro di sinistra, che in questo momento è disorientato. A Roma interverrà anche Pierluigi Bersani, il quale è fautore di "una casa comune con porte spalancate", autonoma dal PD, con voglia di dialogare.