L'occasione per ribadire ciò che Papa Francesco pensa, relativamente agli abusi su minori che vede carnefici sacerdoti e uomini di Chiesa in generale, viene dalla prefazione da lui scritta sull'argomento nel libro di Daniel Pittet "La perdono, Padre", pubblicato in esclusiva dal giornale tedesco Bild nella giornata di ieri. Papa Francesco definisce mostruosità tali azioni e rincara la dose proprio contro tutti quegli uomini che, noncuranti di far parte della "sua" Chiesa, tradiscono e nei fatti disapprovano fino a rendere blasfemi gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo.

Bergoglio passa poi a scusarsi ed a chiedere perdono alle famiglie che in molti casi hanno visto i propri cari addirittura ricorrere al suicidio anziché pagare un'onta troppo grande di un peccato che si sarebbero portati dietro per tutta la vita. Non è la prima volta che il Papa, in discontinuità con il passato e con i suoi predecessori, piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia affronta, con dovizia di particolari e con condanna ferma, tali scabrosi temi. La Chiesa a maggior ragione va condannata perché è essa che predica ed insegna quei valori propri di una vita sana, retta e morigerata.

Il libro

"La perdono, Padre" è un libro autobiografico dove l'autore, Daniel Pittet, parla della sua esperienza di bambino che all'età di quattro anni viene violentato da un religioso.

Cinquantaquattro anni dopo l'uomo, nativo della Svizzera, decide tramite il suo scritto di dire la sua su un argomento scottante come quello della pedofilia. Daniel esprime il suo punto di vista da persona vittima di tali barbare violenze, quindi a maggior ragione da ascoltare e da leggere. Il bambino caduto in soggezione dell'orco che allo stesso tempo diceva messa e regalava ai fedeli preziosi consigli comportamentali, non ha mai avuto il coraggio di dire la verità, accusare, di liberarsi da quell'infame e ignobile peso.

Lui, la sua famiglia, i suoi fratelli, vivevano grazie all'opera divina e caritatevole di tanta gente buona di Chiesa, quindi il piccolo bambino svizzero, evidentemente, non se la sentiva di mettere in cattiva luce tutto un mondo che consentiva di sopravvivere degnamente ai suoi cari, esclusivamente per un perverso, per un malato, per una persona abietta.

L'uomo, contentissimo della prefazione e delle parole di condanna del massimo esponente della Chiesa mondiale, probabilmente si sentirà meno solo e avrà ancora la forza di dar fiducia alla stragrande maggioranza di uomini perbene e retti che frequentano la Chiesa cattolica.