E' di poche ore fa, durante il "question time" alla Camera dei deputati, la dichiarazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano che, nel suo intervento, ha annunciato la diminuzione degli sbarchi in Italia provenienti dalla libia del 21%.

Mentre molti esultano

L'UNHCR Libia, un giorno prima, rilanciava un tweet del New York Times relativo ad un suo articolo con fonte Associated Press:

Crediamo che l'insieme delle fonti siano sufficientemente attendibili per credere alla tragedia, e riteniamo che altre tragedie simili a questa stiano continuando ad avvenire nel Mediterraneo, magari proprio ora.

Queste morti

Il dramma ora però non ci appartiene più. La scelta del governo italiano e di alcuni paesi europei di finanziare, con lo scopo di ostacolare i flussi migratori, una delle fazioni libiche in lotta per la conquista del paese , ha di fatto relegato queste morti in una categoria a noi estranea, che non ci tange. Obiettivo raggiunto.

A ben poco servono i discorsi all'ONU, i proclami alle convention, le preghiere dai balconi: di fronte alle morti innocenti di molti, troppi esseri umani, non si possono trovare delle giustificazioni.

L'oblio

Allora meglio scordare, dimenticare, fingere di non sapere. La memoria, spesso labile, ci ha aiutato a lasciare nel dimenticatoio le immagini piene di morte delle stive delle navi, dei fondi dei gommoni, dei bambini sulle spiagge.

Per completare l'opera dell'oblio è necessario anche occultare le testimonianze. Quindi si delegittimano le ONG, che per anni hanno salvato da morte certa migliaia di persone, obbligandole a scelte impossibili o sfinendole burocraticamente.

I media, che con cadenza quasi quotidiana aprivano i notiziari o le prime pagine con immagini di naufragi, ora improvvisamente tacciono, completando il compito.

Qualcuno probabilmente addurrà la scusa della mancanza di informazioni da fonti attendibili: il tweet sopra pubblicato smentisce facilmente questa affermazione. Le notizie ci sono. In numero minore a prima certo, ma comunque ci sono. bisogna saperle trovare. O volerlo.

Il resto

A tutto ciò siamo costretti poi ad aggiungere la tristissima novità dei centri di raccolta nel deserto libico, lontani da telecamere ed obiettivi.

Ciò che succede al loro interno è solo parzialmente immaginabile. Spesso l'orrore della realtà cancella quello dell'immaginazione.

Rimandare all'ONU ed ai suoi dipartimenti tutta la responsabilità di quanto sta accadendo è solamente un vacuo tentativo di respingere le proprie. Nonostante questo c'è comunque qualcuno che ci tenta.

E' necessario cambiare il focus dell'impegno europeo, da "blocco dei migranti" a "salviamo le vite". Certo, non sarà semplice, ma la storia, prima o poi. ricorda sempre, e sarà allora importante da quale parte si deciderà di stare.

I paesi europei per secoli hanno depredato il continente africano; sembra che nulla sia cambiato, tranne le modalità.