L'ex Ministro degli Esteri e l'ex Ministro dell'economia del Governo Berlusconi potrebbero aver tramato contro il proprio premier nel 2011. Questa l'indiscrezione uscita su Il Giornale, che parla apertamente di possibili influenze interne sulla caduta dell'ultimo governo eletto dagli italiani.

Anche Franco Frattini e Giulio Tremonti tra i possibili golpisti

Complicato ripercorrere le tappe di quell'autunno 2011, in cui ancora nessuno si è assunto la responsabilità, ma sembra che tra i protagonisti della caduta del governo ci siano proprio loro. Il primo, molto amico dell'allora ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed il secondo inviso a quasi tutti gli altri Ministri, visto che era un periodo di magra per tutti, con la manovra, l'ultima prima del famigerato "Salva Italia " di Mario Monti da ben sessanta miliardi di euro.

Questa penultima manovra, ha visto pesantissime critiche dall'amministrazione americana che vedeva in un'ulteriore manovra depressiva un vero e proprio rischio per i conti e per la crescita del Belpaese.

Il 7 novembre di quell'anno Thorne avvisò Washinghton che l'Italia era un Paese allo sbando con un'economia fragile, vicina al collasso, e questo spinse il Presidente Giorgio Napolitano a trovare una strada alternativa al governo democraticamente eletto. Il complotto, divenuto oramai mondiale, oltre agli americani, a quanto si sa ha avuto i suoi protagonisti nell'attuale cancelliere tedesco Angela Merkel e l'allora Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, cui celebre fu il loro sorriso di scherno all'indirizzo di Silvio Berlusconi in una conferenza stampa.

L'ex Premier socialista Zapatero, non proprio quindi della stessa corrente politica dell'ex premier italiano confidò che tutto era stato oramai deciso, deciso da Francia, Germania e Stati Uniti nel G20 di Cannes, cui obiettivo era quello di costringere il governo a chiedere aiuto al Fondo Salvastati della BCE, che avrebbe affidato il destino dell'Italia alla Troika, esattamente come avvenuto in Grecia con i disastrosi risultati economici che sono stati e sono tuttora sotto gli occhi di tutti, un Paese che non cresce, con crisi di liquidità ciclica, e con il bisogno biennale di ridiscutere il debito che è stato concesso dall'Europa.

In quel G20, l'Italia era l'obiettivo da abbattere, era il Paese che si voleva controllare viste le ricchezze possedute.