Se siamo al punto di dover tenere chiuse le finestre, è davvero ora di lasciar più spento il motore dell'auto: un'equazione per semplificare il livello a cui siamo giunti. La colpa maggiore non è certo dei comuni cittadini che vanno al lavoro, ma di aggressioni ambientali di dimensioni industriali incontrollate ed incoscienti; tuttavia, goccia in un mare fatto di gocce, ognuno può ripensare la propria quotidianità, trovando un modo per ridurre l'impatto dello smog sul suo cielo.
Ad ogni patente oggi corrisponde (anche più di) un mezzo motorizzato.
Sicuramente di tutti i movimenti, almeno urbani, che si effettuano, alcuni possono essere sostituiti da uno ecologico: la cara, vecchia, buona Bicicletta. Aiuta in ciò l'incremento, negli ultimi anni, delle piste ciclabili, la marchiatura delle bici come antifurto, piedibus e bike sharing sempre più perfezionati.
Le iniziative di mobilità dolce in Italia
Il recente Cosmobike (lo scorso settembre, a Veronafiere, manifestazione di riferimento del settore) ha individuato e premiato i comuni più virtuosi d'Italia nella cosiddetta "mobilità dolce". L'Oscar del cicloturismo è andato al Veneto per la sua "Ciclovia dell'amicizia", mentre l'Urban Award è stato consegnato a Siracusa per il progetto "Siracusa city green".
Numerosi e molto interessanti anche altri riconoscimenti, ad esempio il premio della stampa alla Puglia per il ciclotour della "Via Traiana" e le menzioni per i circuiti liguri mare/monti e per il primo bike hub in Toscana, nel senese, a Casole d’Elsa: una sorta di punto di riferimento, di fulcro, per attività e servizi connessi alle due ruote (nel caso specifico, un resort, un'officina, una riserva).
A Pesaro si sono inventati la bicipolitana, a Massarosa (Lucca), viene riconosciuto un rimborso chilometrico per chi va a lavorare a pedali; a Verona il comune offre il servizio di registrazione e marchiatura delle bici per scoraggiare i furti, piaga contrastabile anche con il nuovo antifurto GPS uscito sul mercato, invisibile e monitorabile via app.
Si è ritagliata un ruolo di primo piano, ormai, anche l'e-bike, la bici elettrica, che nel 2016 è stata la tipologia che, secondo i dati Ancma-Associazione nazionale ciclo-motociclo accessori, ha sostenuto il mercato italiano grazie ad una crescita del 120%, corrispondente a 124.500 pezzi venduti (10% sul totale).
La settimana europea della mobilità dolce, a settembre '17, ha visto nascere un'associazione sul tema, siglata da un protocollo e un manifesto comprendente i principali enti italiani uniti da verdi tendenze, tra cui Federparchi, Legambiente, Touring Club, WWF Italia, Italia Nostra, Associazione italiana di architettura del paesaggio, Città Slow ed altri. Fiab-Federazione italiana amici della bicicletta, riporta il 13° rapporto sulla mobilità in Italia, a cura di Isfort-Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti), secondo cui 3 italiani intervistati su 4 desidererebbero aumentare l'utilizzo dei mezzi pubblici e il 30% quello delle due ruote, ma per assecondare queste lodevoli volontà, servono ulteriori investimenti su "dolci" infrastrutture e servizi.