Probabilmente nessuno se lo aspettava più, o meglio, ci siamo tutti dimenticati di cosa stava succedendo appena al di là del mare nostrum. La Siria, paese che negli ultimi anni è stato sconvolto da integralismo religioso e povertà, oggi può celebrare una piccola, ma immensa vittoria. Raqqa è stata liberata dai curdi; combattenti silenziosi, lontani dai media, dai video e dai giornali che con costanza hanno costruito trincee e imparato ad usare armi invece che curare i loro campi per sconfiggere il nemico.
L'ISIS indietreggia
Sì, quel nemico che si infiltra insidiosamente nelle crepe della nostra società occidentale, perde una battaglia a campo aperto, si fa battere, nel concreto segno che anche le sue idee possono iniziare a vacillare?
Raqqa liberata è il simbolo di uomini uniti contro un nemico che fa paura che agisce senza scrupoli, ma che tuttavia non è invincibile. Così la "bestia nera" cade per mano di alleati americani tra cui i curdi: tutti soldati coraggiosi pronti a morire per salvare il loro ideale di vita, il loro Occidente, la loro casa. La paura è stata combattuta tra la polvere di una città flagellata da una guerra, quella stessa città che rappresenta l'intera Siria, pronta a risorgere dalle ceneri. Mentre da casa si guarda con apprensione a cosa succede sul territorio, ormai amico, ci si domanda se ciò darà inizio ad un'altra guerra quella del terrore, quella combattuta tra civili, ci si chiede se allora siano terminate tutte le azioni di guerriglia nelle città europee.
Con preoccupazione ci si affaccia a quella Siria oggi più libera, sorridendo si vorrebbe essere lì ad abbracciare uomini coraggiosi che non si sono arresi, donne e bambini che non si sono lasciati sopraffare; fare un minuto di silenzio per i morti a cui dobbiamo la nostra pace e la nostra vita. In questo giorno di festa uniamoci, sediamoci davanti alla televisione ad ammirare la pace, sperare che azioni violente restino solo un brutto ricordo di un'epoca lontana.
Verso la libertà
Raqqa liberata è il simbolo di qualcosa che finisce e di un tempo nuovo che inizia. Probabilmente l'ISIS non si fermerà, ci spaventerà di nuovo, ma ora c'è una nuova consapevolezza che guida ogni cittadino dell'Occidente: insieme si può, uniti riusciamo a costruire un mondo migliore senza morti, senza guerre, che abbia il solo scopo di perseguire la pace tra tutti. L'araba fenice che risorge dai deserti siriani ci può guidare verso un futuro migliore e di pace condivisa; è l'inizio della fine del Califfato del terrore.