Il giorno più lungo, ma è quello che segna la vittoria definitiva dell'esercito iracheno nei confronti dello Stato Islamico. Mosul, città simbolo del Califfato, è stata definitivamente liberata. Ad annunciarlo il primo ministro Haydar al-Abadi, giunto in città per congratularsi con le proprie forze armate. La sconfitta definitiva dell'Isis in Iraq, oltre alla grande importanza dal punto di vista militare nell'ambito della lotta al terrorismo, assume un enorme valore simbolico. Proprio nella moschea di Mosul, distrutta meno di un mese fa dagli stessi miliziani jihadisti, Abu Bakr al-Baghdadi si era autoproclamato nel 2014 califfo dello Stato Islamico, sorto nei territori occupati di Iraq e Siria.
Le ultime 'sacche' di resistenza
L'offensiva dell'esercito iracheno è iniziata ad ottobre dell'anno scorso e si è conclusa dopo 266 giorni. In alcune aree però si combatte ancora, sono presenti le ultime 'sacche' di resistenza, milizie islamiste disposte a guerreggiare fino all'ultimo uomo. Le ultime notizie danno le forze speciali irachene, quelle addestrate dai comandanti statunitensi, concentrate sulla riva del Tigri dopo aver spazzato gli ultimi, irriducibili miliziani. "Le forze anti-terrorismo hanno issato la bandiera dell'Iraq sulla riva del fiume Tigri, nella città vecchia di Mosul", è l'annuncio della TV di Stato di Baghdad. Secondo alcune testimonianze, i corpi del militanti islamisti sarebbero disseminati lungo le strade della parte più antica della città.
L'ultima resistenza è concentrata praticamente in un fazzoletto di territorio ad ovest del Tigri.
L'arrivo del premier al-Abadi
Il primo ministro iracheno è arrivato nella città liberata a bordo di un elicottero. Haydar al-Abadi indossava abiti militari. "Vengo per annunciare la liberazione di Mosul e congratularmi con il popolo iracheno per la vittoria", ha scritto in un Tweet.
La TV irachena ha mostrato immagini di civili che hanno abbandonato il centro abitato, teatro di sanguinosi combattimenti. Il prezzo pagato da Mosul è altissimo, il centro storico è stato quasi interamente distrutto. Sono state trasmesse immagini di militari iracheni che davano da bere a donne e bambini, mentre gli uomini, giovani e meno giovani, sono stati sottoposti a controlli da parte dei militari per assicurarsi che non portassero cinture esplosive nascoste sotto i vestiti.
Raqqa e l'incognita al-Baghdadi
Liberata Mosul, l'attenzione viene ora spostata in Siria. La presa di Raqqa, considerata la capitale operativa del sedicente califfato, non è lontana. Le forze della coalizione a maggioranza curda coordinate dal comando statunitense sono impegnate ormai da giorni in violenti combattimenti alla periferia della città, mentre l'esercito regolare siriano supportato dall'aviazione russa punta su Deir ez-Zor e sta 'bonificando' altre aree che erano sotto il controllo dell'Isis. Ignota la sorte del leader, il califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Il mese scorso la sua morte era stata annunciata due volte, la prima dalla TV di Stato siriana, la seconda da fonti del ministero della Difesa russo. Finora non ci sono state né conferme, né smentite.