La sinistra italiana, o gran parte di essa, rievoca fantasmi del passato, quasi che i camerati si siano ormai organizzati, sia stato individuato un nuovo Duce che organizzi una marcia su Roma per rivendicare il potere nero mentre le camice nere sono state tirate a lucido e indossate per l’occasione.

Scenario (esasperato e ironizzato) molto lontano dalla realtà. Piccoli gruppi di esaltati con magliette che riportano croci celtiche, prussiane o altri simboli rievocanti il periodo nazi fascista, non fanno di questi soggetti dei reali potenziali attentatori dello stato di diritto.

Qual è la verità allora?

Diciamolo chiaramente ed una volta per tutte: il fascismo è stato un movimento politico (giusto o sbagliato che fosse) fortemente agganciato al periodo storico in cui è nato e si è sviluppato; un movimento fondato certamente su ideali come l’amore per la patria, la difesa dei lavoratori e la lotta contro la classe borghese, ma al contempo fortemente legato in maniera indissolubile alla figura del suo ideatore, fondatore e realizzatore, Benito Mussolini. Venuto a mancare quest’ultimo, parlare di fascismo oggi è quanto mai inesatto in quanto non si può negare come Mussolini rappresentasse esso stesso il movimento, esso stesso l’ideale in cui credere (tratti fra l’altro tipici di uno stato dittatoriale), e nell’istante subito successivo alla sua morte, l’anima del fascismo è scomparsa con lui, lasciando all’Italia un feretro da maltrattare e una democrazia da ricostruire.

Partendo dal Movimento sociale Italiano in avanti si è formata una destra costituzionale, che è figlia per certi aspetti del Fascismo, ma non fu, non è e non sarà mai identificabile come destra fascista, per i motivi di cui sopra.

Senza volerne fare una questione di pura semantica, è tuttavia un ottimo passo affrontare i problemi partendo dalla loro definizione: gruppi di persone che si battono contro i principi costituzionali e che si organizzano per minare l’attuale assetto costituzionale, non sono un partito neofascista ma un’associazione a delinquere pura e semplice.

Quindi

Perché continuare a parlare di neofascismo? Forse perché conviene avere un nemico da combattere? Forse perché conviene che questo nemico sia a destra (se ha ancora un senso parlare di destra e sinistra)? O siamo veramente di fronte a movimenti che rischiano di salire al potere cercando di imitare i dittatori italo tedeschi del primo dopoguerra?