Dall'intervento dell'on. Pier Luigi Bersani alla Camera dei deputati, in occasione delle dichiarazioni di voto sulla fiducia del documento economico del Governo per il 2018, viene fuori una critica composta e circostanziata. Bersani, in particolare, precisa che il suo gruppo, Art.1 MDP, ha sempre chiesto al Governo cose concrete e possibili, a cui non è mai seguita una risposta. Ha pertanto ricordato, nel motivare il voto contrario del suo gruppo al citato bilancio, le richieste effettuate per produrre un cambio di rotta alla politica del PD.
Critiche all'operato del PD
Ha rinnovato le sue critiche, più volte avanzate, alla legge elettorale 'Rosatellum', in particolare per la parte che riguarda il voto disgiunto e, definendo la sua approvazione una scelta del PD.
Rilevava inoltre che le periferie, ove i problemi sono più accentuati, non vanno abbandonate a se stesse, ma vanno seguite per risolvere i problemi che sono tantissimi: anche perché se non ci va la sinistra con le sue idee, ci va la destra. Infine, tra i molti argomenti trattati, si è soffermato sul Lavoro: mancano oggi regole, le ore di lavoro sono diminuite del 30% rispetto a 10 anni fa, e solo con investimenti è possibile invertire la rotta. Non sono gli sgravi e i bonus a determinare lo sviluppo economico di un paese. Nelle periferie intanto, sulla spinta del malcontento, avanza la destra, con segnali decisi, a partire dalla Sicilia.
Primi segnali della futura politica
Alcuni commentatori politici hanno addirittura sostenuto, durante la campagna elettorale, che l'esito del voto delle regionali in Sicilia avrebbe tracciato il percorso della futura politica italiana, per i prossimi anni.
A distanza di circa un mese, o poco più, da tale evento, si comincia, infatti, a capire con maggiore chiarezza, quale sarà il più probabile nostro avvenire politico. Un primo esempio ci viene dalla nomina del Presidente delle stessa Regione Sicilia, avvenuta pochi giorni fa, col contributo determinante dei rappresentanti del PD.
Chi ha votato quel partito (PD), ignaro, ha di fatto consentito quella nomina. Estrapolando questo comportamento politico, ci dobbiamo aspettare qualcosa di simile, anche per le prossime elezioni politiche di marzo 2018: la volontà popolare degli elettori, strada facendo, si incanala per vie diverse da quelle espresse col voto. Con queste fantasie politiche, si viene meno al principio della chiarezza, allontanando sempre di più l'elettorato dal voto.