Nel 2011, fra le rivolte arabe, popolari ed anti-dittatoriali, gli USA ed i loro alleati non hanno perso l'occasione per infilarci due mele marce: la destabilizzazione di Libia e Siria, Stati sovrani ed indipendenti, prosperi grazie ai governi ispirati al socialismo arabo. La Siria ha respinto l'offensiva grazie all'intervento militare dei Guardiani della Rivoluzione iraniani e degli Hezbollah libanesi; la Libia si trova nel peggiore inferno imperialistico. Uno Stato, un tempo ricco di risorse naturali ed energetiche ben redistribuite fra i ceti popolari e proletari, è ritornato indietro di migliaia d'anni.

Altro che progresso, questi liberali sono i peggiori conservatori, dei veri oscurantisti talmudisti. Barbari.

Italia: un paese imperialistico con una classe dirigente inetta

La crisi libica è stata utilizzata da Gentiloni e Minniti in quanto pretesto per rispolverare la tradizione storica del colonialismo italiano in Libia. Come si risolve l'emergenza migranti? La risposta, per questi governanti, è semplice: intervenendo militarmente in Libia magari in concorrenza con, il già fradicio, imperialismo francese. Purtroppo questa è una nazione prigioniera dell'inconscio coloniale, una sequela di crimini documentati dallo storico Angelo del Boca di cui dovremmo, solamente, vergognarci. Gheddafi diede una seconda opportunità al nostro paese, ma, servili verso il gendarme USA, l'abbiamo gettata via.

Non c'è libertà dentro il capitalismo occidentale

Le prove sono inoppugnabili, abbiamo filmati i quali dimostrano il ritorno della tratta degli schiavi nel paese nord-africano. La CNN ha diffuso un video in cui vengono ripresi gli schiavisti: il prezzo d'uno schiavo nero è di 1200 denari libici, l'umanità, nel paese un tempo ispirato al nazionalismo rivoluzionario di Nasser, è morta una seconda volta.

Fu il colonnello Gheddafi, nel 1969, a decolonizzare la patria liberandola dall'imperialismo inglese. Il vecchio leader, dal 1996 in poi, aprì al panafricanismo integrando nell'efficiente Welfare State oltre due milioni di lavoratori africani. Si trattò - con buona pace dei ''radical chic'' liberal-imperialisti - d'un vero miracolo antirazzista, distrutto dal colonialismo italiano (non del tutto epurato dalla parentesi fascista), dalla stupidità imperialistica francese ed inglese col plauso di Obama.

Gheddafi, con le sue politiche sociali, avrebbe meritato il Nobel per la pace, non l'ex presidente statunitense. I governi dell'UE sono consapevoli delle violenze islamiste, ma tollerano tutto ciò permettendo ai mercanti d'essere umani di tenere i migranti in condizioni disumane, indegne e vergognose in nome della loro dubbia, anti-etica ed anti-morale, legalità. Sì, una legalità imperialistica conseguenzialmente piratesca.

Alcune caratteristiche dell'imperialismo del ventunesimo secolo

L'imperialismo del ventunesimo secolo disprezza i governi progressisti (come quello libico e siriano), distrugge i movimenti di liberazione nazionale, sfrutta i lavoratori e sta provocando una catastrofe ambientale.

Il suo potere è piramidale, al vertice della piramide c'è la Nato, lo Stato israeliano e gli oligarchi dell'UE. I popoli si collocano sul versante opposto della lotta di classe, l'esempio della Libia comprova tutto ciò. Il potere borghese è capace, perfino, di ripristinare la schiavitù. Come disse Hugo Chavez ''quanto cinismo c'è nel mondo''. Sadici e paradossali.