Nel passato, la formazione di un nuovo Governo è sempre servita a sanare gli appetiti della politica. E' comunque sempre stato un momento di forte scambio dialettico tra i vari partiti, con l'ausilio del famoso 'manuale' per la distribuzione degli incarichi. Ora invece, con l'aria nuova, la stessa occasione pone al centro del tavolo i problemi del paese, in sostituzione dello stesso manuale: per lo meno si spera. Tralasciando le motivazioni che hanno portato alla vittoria del centrodestra e a decretare il M5S come primo partito del paese, ora siamo all'inizio di un nuovo percorso.
Nel quadro politico nazionale, vi sono tre raggruppamenti, quasi della stessa consistenza. Per poter governare, è necessario che due dei tre trovino un punto in comune per una intesa politica, nell'interesse del paese: questa è l'attuale situazione.
Polemiche residue
Non solo, ma la campagna elettorale è stata erroneamente impostata sul 'personale' e le necessarie polemiche hanno creato scontri e incomprensioni. Nel PD, il segretario Matteo Renzi si è dimesso, a seguito del risultato elettorale che il partito stesso ha registrato (19%) nella competizione elettorale. Come dicevamo, il nuovo inizio è dunque molto difficile, e si spera che la situazione si stemperi al più presto possibile. Per senso di responsabilità, i partiti devono tornare al tavolo della trattativa.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto ricorso a termini come responsabilità richiamando al dovere i partiti politici nell'interesse generale del paese. Il negoziato potrebbe dilungarsi, ma bisogna prendere atto che 'la campagna elettorale è finita e che l'Italia ha bisogno di un Governo'. 'L'impegno europeo e il debito pubblico ci consigliano di non tirarla troppo per le lunghe', per trovare gli accordi necessari.
Dibattito all'interno del PD
Intanto nel PD il confronto è molto acceso tra i renziani da una parte, e la minoranza dall'altra. I primi sono per restare all'opposizione di un ipotetico Governo M5S, mentre gli altri, pur d'accordo con l'opposizione detta, chiedono, dopo le dimissioni di Matteo Renzi, di avere una gestione collegiale del partito, fino alla prossima assemblea che dovrà nominare il nuovo segretario.
Si spera in un chiarimento tra le parti. Alla Direzione del partito di lunedì 12 marzo 2018 si chiariranno tutti gli interrogativi che ora impediscono di andare avanti. Bisogna voltare pagina, e non chiudersi in un personalismo che non porterebbe da nessuna parte. Il paese ha bisogno di chiarezza.