Gli ultimi scontri, le ultime possibilità prima che domenica 4 marzo la cittadinanza italiana si rechi ai seggi per apporre la crocetta sul nome di colui che potrebbe finalmente dare una vera e propria svolta a questo Paese da tempo in ginocchio. Dunque, si respira aria di cambiamento. Ma, se da un lato ci sono gli sfiduciati della politica, dall'altro ci sono coloro che non vogliono smettere di crederci, ci sono coloro che sperano che davvero qualcosa cambi, in meglio certo, senza sotterfugi, senza 'inciuci', senza prese in giro. Un popolo, quello italiano, che sta tentando disperatamente di tornare in superficie dopo anni e anni di difficoltà di ogni genere.

Il giorno si avvicina

Tanti sono i politici che mirano alla vittoria, tanti sono i politici che si sono prefissi l'obiettivo di guidare l'Italia nell'imminente prossima legislatura. Uno scopo che si snoda in promesse fatte di belle parole e che scindono la popolazione italiana in tre grandi aree: i votanti, gli indecisi e coloro che decideranno di restare a casa. Il Cavaliere, in questi ultimi giorni, sta cercando di fare breccia nel cuore di queste due ultime categorie che, sicuramente, saranno determinanti nel decretare la vittoria.

Ad un PD ormai fuori dai giochi quasi completamente (sebbene continui a portare avanti la sua battaglia), si contrappongono le due grandi forze politiche che troneggiano lo scenario politico italiano in questo ultimissimo periodo e che si contendono questa pressoché interminabile battaglia: il Movimento Cinque Stelle (con candidato premier Luigi Di Maio) e il Centrodestra tra berlusconi (ineleggibile), Salvini e Meloni.

Due diversi modi di pensare, due diversi modi di agire, due modi differenti, se non addirittura antitetici, di entrare in contatto con le persone, due maniere diverse di parlare, ma una cosa in comune: le promesse. E chi le manterrà? Galeotta fu quale promessa?

Di Maio o Berlusconi?

Nei vari programmi politici che si susseguono incessantemente sui canali televisivi, Di Maio è sempre in prima linea e, dovunque vada, è acclamato da una folla che tifa per lui e che sta riponendo tutte le sue speranze in questo giovane uomo.

Di Maio si è affermato nel mondo della politica sin dall'età di 25 anni ed è oramai ritenuto capace di una trasformazione che porterà l'Italia a risollevarsi, a rimboccarsi le maniche per garantire un futuro migliore allo stato ed alle generazioni successive. Ed è per questo che Di Maio, rivolgendosi agli operai, alle aziende e in una misura non certamente minore ai giovani di oggi, potrebbe avere tutte le carte in regola per ritrovarsi a breve a condurre il governo italiano, supportato da una squadra (presentata a DiMartedì, su La7, da Giovanni Floris) di competenti, persone consapevoli dei propri doveri, persone che conoscono bene le dinamiche del settore del quale si occupano.

Da una sua dichiarazione a Matrix Prime, in onda su Canale 5 nella serata del 28 febbraio, si evince l'importanza di collocare ordinatamente e coscientemente i pezzi del puzzle di modo che alla fine si abbia un quadro chiaro e ben delineato. 'Testa e cuore', come afferma spesse volte; ciò vuol dire che innocenza e trasparenza saranno i presupposti del suo governo.

Sul fronte Centrodestra, invece, c'è un Berlusconi che non fa altro che screditare il suo avversario. Il Cavaliere, infatti, definisce il Movimento una 'setta', sottolineando che il suo candidato premier non ha una laurea ed è un nullafacente. Si può impostare una sfida in questi termini? Plagiare il popolo gettando fango su un avversario, a quale risultato può condurre? Tuttavia, se è vero che in amore e in guerra tutto è lecito, è altrettanto vero che l'armistizio che si firmerà il 4 marzo saprà rispondere agli interrogativi suddetti.