In criminologia vengono definiti 'family mass murder', cioè 'assassini familiari di massa'. Sono coloro che non si accontentano di ammazzare la moglie, nel qual caso sarebbero uxoricidi, non si accontentano di ammazzare i figli, nel qual caso sarebbero figlicidi. Sono quelli che hanno deciso di suicidarsi, e vogliono portare con sé tutta la famiglia. Questi delitti infatti vengono chiamati anche 'suicidi allargati'. Nel caso di Luigi Capasso però, c'è un elemento che rende il tutto ancora più penoso. Anzi, due. Il primo è il ritrovamento, stando alle ultime notizie, di un assegno che l'uomo avrebbe lasciato alla propria amante, l'altro è il fatto che Capasso indossasse la divisa dell'Arma dei Carabinieri.
'Non doveva farlo proprio a me che sono un carabiniere'
Queste le parole che Luigi Capasso, il pluriomicida di Cisterna di Latina, continuava a ripetere alle forze dell'ordine prima di uccidersi e dopo aver ferito gravemente la moglie Antonietta Gargiulo e ucciso le loro due figlie Alessia e Martina, di 13 e 7 anni. A cosa si riferiva? Alla decisione di Antonietta di lasciarlo, di separarsi da un uomo violento, che la umiliava, la picchiava davanti alle figlie (era accaduto almeno in un'occasione, come riferito dal legale della donna, Maria Belli) e che, si scopre oggi, aveva anche un'amante. Ma era lei, Antonietta, ad essere fonte di vergogna secondo la mente contorta e premeditatrice del Capasso.
Una donna che aveva già denunciato il marito più volte. Un uomo che riteneva di essere oggetto di vergogna, e non fonte, come invece avrebbe dovuto credere. Perché indossare una divisa significa avere un compito sacro, che lui aveva sporcato. Era lui che non avrebbe dovuto farlo in quanto carabiniere. Che fine aveva fatto la fedeltà?
La lealtà? La protezione degli altri?
Un'amante, una strage premeditata e secondo lui 'erano gli altri a doversi vergognare'
Il totale distacco della realtà di Capasso consisteva nel credere che lui, con un'amante e una storia di botte alle moglie, fosse la vittima. Ma non sarebbe nemmeno corretto parlare di distacco dalla realtà, per non dare adito ad alibi di infermità mentale.
C'era premeditazione eccome nella strage di Cisterna di Latina. L'assegno trovato sul letto ed intestato all'amante di Capasso fa ovviamente protendere gli investigatori per un omicidio ben architettato. Pare poi che Capasso avesse lasciato assegni anche per i genitori e per il fratello. Un biglietto per la moglie, invece, con scritto 'Non dovevi farlo'. Si riferiva alla richiesta di separazione di Antonietta. Ma era lui che non doveva farlo, era lui che non avrebbe dovuto tradire la propria compagna, non avrebbe dovuto ammazzare le proprie figlie e ferirne la madre, non avrebbe dovuto sporcare la divisa che indossava. E soprattutto non avrebbe dovuto uccidersi, perché in tal modo ha dimostrato per l'ultima volta che di coraggio e lealtà non ne aveva nemmeno un briciolo. E un vero carabiniere, un vero uomo, un vero padre e un vero compagno, non si comporta così.