In questi giorni di fermento politico, provocato soprattutto dalla forzosa unione dei capi di Lega e M5S (Salvini e Di Maio ndr), aggiunge benzina sul fuoco il comportamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Preso, infatti, da un almeno apparentemente inspiegabile comportamento di chiusura quasi dittatoriale, decide di rifiutare la nomina congiunta di Lega e Movimento 5 Stelle, del Professor Paolo Savona, alla carica di Ministro dell'Economia. Scatta subito la bagarre politica da bar: si crea quindi la fazione che lo taccia di incostituzionalità; la fazione che lo giustifica riconoscendo la delicatezza della situazione politica; la fazione che invece lo sostiene, riconoscendo allo stesso Mattarella la potestà di espletare le sue funzioni in questo preciso modus operandi.
Le funzioni del Presidente della Repubblica fra teoria e prassi
Ma facciamo chiarezza. La Costituzione Italiana prevede, nel suo articolo 92, che la nomina del Presidente del Consiglio spetti alla discrezionalità del Presidente della Repubblica. Sempre allo stesso Capo dello Stato spetta poi la ratifica della nomina dei Ministri, che avviene questa su proposta del Presidente del Consiglio. Si evince, quindi, dalla lettura dello stesso articolo costituzionale, che il Presidente della Repubblica abbia un ruolo discrezionale attivo nella scelta del Presidente del Consiglio dei Ministri, mentre possa sembrare che la nomina dei Ministri stessi sia invece una pura formalità, alla quale la decisione attiva dipenda invece dal Capo del Governo.
In realtà non è proprio così. Il Presidente della Repubblica, in quanto per l'appunto ultima tappa discrezionale della nomina ministeriale, può rifiutare di ratificare la proposta di nomina di un soggetto ad un dicastero ministeriale. Questa è la teoria proveniente dall'interpretazione ed applicazione della lettera dell'art.
92 Cost. La prassi, invece ci ha abituati in modi diversi o comunque paralleli. Soprattutto in questi anni, infatti, abbiamo assistito ad un'accettazione quasi supina da parte dei due Presidenti della Repubblica più recenti, quali sono stati Giorgio Napolitano (per due mandati) e ad oggi Sergio Mattarella. Sia nella legislatura tecnica guidata da Mario Monti, sia nelle tre successive (Letta, Renzi e Gentiloni) abbiamo assistito al Capo dello Stato come ruolo di mera ratifica e non discrezionalità nella nomina ministeriale.
E ciò è avvenuto ripercorrendo l'albo recente dei dicasteri ministeriali, alla nomina di soggetti totalmente inadatti all'espletamento delle funzioni a cui quei Ministeri li avrebbero chiamati. Lo stesso Mattarella ha ratificato la nomina a Ministro dell'Interno dell'inadatto Angelino Alfano. E cosa dire di Beatrice Lorenzin, Roberta Pinotti e Valeria Fedeli (questa addirittura senza laurea) rispettivamente nominate Ministri della Sanità, della Difesa e dell'Istruzione, pur non possedendo nessuna delle tre le necessarie competenze e conoscenze per ricoprire i ruoli a cui erano state assegnate?
Fratelli d'Europa o Schiavi d'Europa?
Sorge allora spontaneo il quesito: ma perché tanto clamore e chiusura del Presidente della Repubblica su Paolo Savona?
Del resto non è la prima volta che la prassi supera la lettera costituzionale. Le stesse consultazioni con il Presidente della Repubblica sono azioni non previste dalla Costituzione ma che vengono comunque eseguite per scelta di comodo ed opportunità politica. La risposta risiede ovviamente nel fatto che Sergio Mattarella stia subendo molte pressioni da parte dei Capi delle maggiori nazioni europee quali sono Francia e Germania, e ovviamente anche da parte dei vari apparati ed istituzioni europee stesse. Questa mobilitazione nei confronti di Paolo Savona è esplicabile secondo la constatazione che lo stesso Savona sia apertamente euroscettico. Ciò ovviamente non può far piacere alle istituzioni europee e soprattutto a quei Paesi europei che fanno derivare la loro ricchezza ed egemonia da questa stessa situazione europea.
Viene perciò da chiederci, se questa Italia sia davvero, come recita l'art. 11 Cost., in una condizione di parità fra gli altri Stati, tale da giustificare una cessione di sovranità, ma soprattutto viene da chiederci se non sia il caso di riscrivere l'articolo primo della nostra Carta Costituzionale. forse risulterebbe più coerente se recitasse tali parole:
Art. 1 Costituzione Italiana: "L'Italia è una Repubblica fondata sull'incostituzionalità".