Leggere di Alessandra Appiano, scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva, del suo gesto volontario, colpisce duramente e induce, come da sempre fa la morte in questi casi, a profonde riflessioni. Un nome nuovo si aggiunge al lungo esercito di artisti che, con una decisione repentina e simultanea, hanno chiuso l'interruttore al dolore dell'esistere, nonostante la fama e la notorietà, compresa la gioia che lo sviluppo del talento concede.

Fra gli scrittori ricordiamo Cesare Pavese, uomo e pensatore colto che mise fine prematuramente alla sua vita il 26 agosto 1950 in una stanza d'albergo a Torino.

Fu trovato disteso sul letto dopo aver ingerito più di dieci bustine di sonnifero. Sulla prima pagina di un suo libro trovato sul tavolino, aveva scritto: " Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va Bene? Non fate troppi pettegolezzi" e ancora " Ho cercato me stesso". David Foster Wallace, scrittore e saggista statunitense, definito un Emile Zola post millennio, il 12 agosto 2008 s'impiccò ad una trave di casa, dopo aver lasciato un lungo messaggio di addio. Stessa cosa dicasi per Primo Levi: l'11 aprile 1987 moriva suicida, straziato da quel senso di colpa assurdamente generato negli ebrei scampati all'Olocausto, il sentirsi colpevoli per essere rimasti in vita ...

Le donne. Fra le dannate della scrittura l'icona del femminismo, Virginia Woolf il 28 marzo 1941 si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nelle acque del fiume, postuma una toccante lettera al marito nella quale lo ringrazia del suo amore e si scusa per aver freddamente scelto la morte.

La poetessa Silvia Plath si suicidava a Londra infilando la testa nel forno, Anne Sexston si soffocava con il monossido di carbonio nel suo garage.

L'elenco è infinito, purtroppo. Soprattutto se si aggiungono bravi musicisti come Luigi Tenco, Amy Winehouse, registi del calibro di Mario Monicelli, per non parlare dei tanti pittori suicida, da Van Gogh all'astrattista Rotko, Nicolas De Stael, Greta Knutson, Bernard Buffet, anche Pellizza Da Volpeda, l'autore de "Il quarto Stato", si è ucciso tragicamente.

I motivi della psiche che spingono al folle gesto

La depressione, la solitudine, le ferite inflitte alla sensibilità di un'artista a causa di ingiuste critiche, la mancanza di denaro, i debiti, il disagio esistenziale causato dal personaggio che ha finito, in alcuni casi, per sopraffare la persona, soffocandola giorno dopo giorno, cianoticamente.

La solitudine. Le delusioni. Il bisogno costante di overdose di amore e autostima. La maggior parte degli artisti sono fatti così. Molti non riescono a raggiungere un giusto equilibrio con il pubblico, vivendo nella costante paura dell'insuccesso.

La gente comune non lo sa: la creatività dell'artista propone al pubblico l'iceberg delle sue fatiche, fedele alla filosofia dell'atleta che mostra solo le prodezze dei suoi esercizi, senza mai raccontarne sacrifici ed abnegazione. L'ultimo post su Facebook di Alessandra Appiano, donna affascinante con il suo ciuffo biondo che le incorniciava il volto, sono le parole di una donna stanca che condivide la sua amarezza con il mondo virtuale dei social, ottenendo l'arcinoto risultato del naufrago che getta il suo messaggio di aiuto in una bottiglia che galleggia in un mare di solitudine.

Lo fa a proposito di un impegno di lavoro a Roma, nell'impossibilità di parlare a "Il bicchiere è mezzo vuoto ":......"Per la prima volta in vita mia getto la spugna su un impegno di lavoro. Vuol dire che devo essere troppo stanca. E che devo prendermi cura di me, e volermi bene anche da negazione della wonder woman. Un abbraccio a tutti gli esseri umani che si sentono fragili in questo periodo".

Alessandra Appiano ha vinto il premio Bancarella 2003 con il romanzo "Le amiche di salvataggio" (Sperling e Kupfer); fra i suoi tanti libri ricordiamo "Il cerchio degli amori sospesi" 2010 (Garzanti), il recente "Ti meriti un amore" (Il Cairo) 2017.