Ci sono molti modi per orientare l'opinione pubblica, in genere quelli più raffinati prevedono l'uso di dati, numeri, che per loro natura sono "inoppugnabili", indiscutibili: 2+2 fa sempre 4 e questo fatto non può essere discusso. Ma ci sono modi per presentare un fatto in maniera diametralmente opposta, utilizzando proprio i numeri: basta omettere quelli che non sono utili a dimostrare la tesi che si vuole proporre.

Come ti dimostro che l'allarme sull'immigrazione è infondato

Un esempio recente è l'articolo di lunedì scorso dell'economista Alberto Alesina sul Corriere della Sera, intitolato "La forza dei numeri", dove, ricorrendo ad un sondaggio condotto in più paesi europei e ad alcuni dati Istat sull'occupazione in Italia, egli intende dimostrare che le persone hanno una percezione errata ed esagerata sui numeri migratori nel nostro Paese.

In particolare, il sondaggio dimostrerebbe che gli italiani sono convinti, a fronte di una presenza di immigrati pari al 10% della popolazione, che questi siano in realtà il 30%, che i disoccupati stranieri, a fronte di una media pari a quella dei nativi, siano in realtà il 40%. Nell'editoriale, poi, si cerca di smontare il luogo comune che vuole l'immigrato portatore di criminalità, affermando che non vi è alcuna evidenza di un aumento della stessa associato all'immigrazione. Tutto bene dunque? La gente si sbaglia e non capisce? Vediamo.

I numeri omessi da Alesina che ci raccontano un altro Paese

In apparenza ragionamenti che non fanno una grinza, nella realtà, se andiamo a leggere i dati Istat, scopriamo che la "forza dei numeri" sta anche e soprattutto in quelli non citati nell'editoriale, come per esempio, i numeri relativi agli immigrati irregolari, stimati tra i 500.000 e i 700.000, privi di permesso di soggiorno e perciò impossibilitati a svolgere qualsiasi lavoro e, dunque, facile preda dei caporali e della criminalità organizzata.

Perché questi, e non le persone con un permesso e un lavoro, preoccupano giustamente gli italiani, che sanno benissimo che, se è vero che il crimine non è una prerogativa delle persone che vengono da fuori, sanno anche, nonostante Alesina ometta di scriverlo, che gli stessi dati ai quali egli fa appello ci dicono (fonte ministero della Giustizia) che, a fronte di una popolazione di immigrati pari al 10% del totale, quella carceraria è pari al 34,9% del totale. Questo per completezza d'informazione verso un lettore troppo spesso impossibilitato a giudicare su un quadro informativo completo e non orientato.