Ebbene sì, siamo nel 2020, stiamo affrontando una pandemia globale che ha visto 317.529 morti nel mondo, siamo in piena emergenza economica e sociale, il paese sta toccando un tasso di povertà mai toccato dalla seconda guerra mondiale e c’è chi da una satira costruisce castelli di pregiudizi e assurdità.

Questo è stata la vicenda che ha visto vittima la talentuosa giornalista Giovanna Botteri travolta in un caos mediatico partito dalla trasmissione satirica di Striscia la Notizia che dice, quasi a sua discolpa, di aver preso ispirazione da quello che circolava sui social.

La televisione motore di discriminazioni

La televisione ancora una volta diventa motore trainante di discriminazioni e polemiche in un’epoca dove già i social, di pregiudizi e critiche, ne smuovono abbastanza.

Una vicenda quella di Botteri che ancora di più fa capire alle vecchie e nuove generazioni che quel che conta alla fine è l’aspetto fisico, l’abbigliamento e il trucci. Insomma l’apparenza piuttosto che la sostanza.

Poco importa se poi ad essere criticata è una delle più importanti inviate del giornalismo italiano; corrispondente dagli USA e dalla Cina, con una laurea in filosofia e un dottorato alla Sorbonne, che è stata la voce giornalistica del crollo URSS , della guerra di indipendenza croata, della guerra in Bosnia e dell’assedio a Sarajevo e ancora dal Kosovo all'Iraq a Bagdad fino ad arrivare alle prime notizie circa il Coronavirus.

Oggi, quello di cui si parla nella stessa televisione che lei si impegna di arricchire con la sua professionalità, è che il suo aspetto non rispecchia i canoni estetici che il mondo televisivo troppo spesso impone.

Di fronte alle tragedie di cui lei purtroppo troppe volte ne è portavoce possibile che quello che più notiamo e su cui riflettiamo sia come lei sia vestita?

E non è tanto condannare la satira televisiva, ma bensì condannare la creazione di precedenti che sono poco costruttivi per i ragazzi di oggi, già forgiati da una realtà che li porta ad apparire più che ad essere per paura delle critiche e dei giudizi di chi gli sta intorno, ad avere paura di uscire da un concetto di normalità che non si sa bene chi abbia stabilito

La stessa Botteri, con la sua pacata tranquillità, dà prova di una grande intelligenza, esortando tutti ad una discussione che faccia riflettere sulla figura della giornalista che non deve necessariamente seguire un canone di immagine da avere ma ben altri requisiti: "Sarebbe ora di scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di essere".

Un dibattito che è doveroso affrontare per le generazioni future e le future giornaliste il cui compito sarà informare le persone su quello che succede nel mondo con professionalità e serietà e che il trucco è solo un'optional.

Giovanna Botteri diventa Superman e ti invita a reagire!

Ed è proprio alla corrispondente Rai da Pechino che gli street artists LeDiesis hanno dedicato un bellissimo murales a Firenze vicino alla sede fiorentina dell’ordine dei giornalisti.

Giovanna Botteri diventa allora, insieme a Anna Magnani, Liliana Segre, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino un italiana che può cambiare il mondo non sottostando a cliché e stereotipi prestabiliti.

Il messaggio finale che ne è uscito da tutta questa vicenda è un messaggio di vittoria e solidarietà. Tutti noi abbiamo dei poteri, tutti noi siamo supereroi con o senza costume, così come con o senza trucco, spetta a noi vincere, risvegliare l'animo umano e rendere questo mondo un posto migliore.