Per celebrare l'amicizia tra Italia e Francia l'Institut Francais organizza dal 04 al 10 aprile nelle principali città il festival Rendez Vous sul nuovo Cinema francese. A Roma c'è il cinema di Francois Ozon (tra gli altri), a Milano quello di Robert Guédiguain e serate prestigiose ci saranno anche a Bologna, Firenze, Napoli e Torino. Ma è Palermo ad assestare il colpo più coraggioso grazie al direttore dell'Institut Francais Palermo, Eric Biagi. Dal 06 al 08 aprile arrivano al Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa ben quattro film di Bruno Dumont, uno dei registi più geniali, radicali e arditi della sua generazione.

Dumont in carne e ossa sarà presente in sala sabato 07 e domenica 08 aprile per commentare i film con il pubblico palermitano. Si tratta di opere austere e rivelatrice, che hanno catturato l'attenzione dei critici e provocato reazioni violente tra il pubblico. Il cinema di Dumont o lo si ama o lo si odia, ma anche quando lo si odia non si può non apprezzarne la forza espressiva di certe scelte. Ecco allora quattro motivi che potrebbero convincere a vedere uno dei film che verranno proiettati a Palermo in alta qualità (formato dcp), in versione originale francese e con sottotitoli in italiano ad ingresso libero.

Da vedere se amate la pittura

Bruno Dumont è un regista che non si è formato in una scuola di cinema.

Ha studiato filosofia per poi girare una quarantina di spot pubblicitari che sono stati la sua palestra. Scrive le sceneggiature disegnando autentici rough e nel tempo libero non guarda altri film, ma preferisce ascoltare musica o guardare un quadro. Ecco perché il suo cinema tributa continuamente la pittura con riferimenti più o meno espliciti, come nell'incipit de L'Humanité (ven 06 aprile 20.30).

Nel 2012 Dumont ha anche presentato Camille Claudel, 1915, anti-biopic sulla scultrice moglie di Rodin, che però non sarà proiettato a Palermo.

Alla scoperta di personaggi autentici

Per interpretare questa scultrice Dumont chiamò Juliette Binoche. Gli attori nei suoi film sono sempre presi dalla strada, secondo il mestiere svolto nella vita reale (e in questo caso la Binoche ben si prestava a interpretare un'artista).

Vedendo La Vie de Jésus (sabato 07 aprile 18.30) per Eric Biagi "scopriremo personaggi di provincia, ragazzi di vita nullafacenti che gironzolano in un cinema di territorio che non vuole giudicarli". In Ma Loute, invece "i borghesi stupidi, volgari e ridicoli vengono interpretati da attori professionisti, mentre il proletariato contrapposto ai borghesi è interpretato da attori senza esperienza", spiega Biagi.

Se amate Bergman dovete vedere Dumont

Bergman nel corso della sua carriera si è spostato dal dramma alla commedia. Dumont ha fatto il percorso contrario, visibile in Jeannette, l'enfance de Jeanne D'Arc (sabato 20.30) e soprattutto nel grottesco e quasi comico P'tit Quinquin (domenica 08 aprile 18.30).

In comune i due registi hanno, secondo Biagi, "la capacità di reinventare lo spazio fisico e mentale", ma nel cinema di Dumont c'è anche chi rivede Bresson, Tarkovsky, Pialat e Kubrick.

Un regista del corpo

Nel 1999 L'Humanité ricevette il premio speciale della giuria di Cannes presieduta da David Cronenberg, il regista del corpo. Anche Bruno Dumont è un regista del corpo, con scene di sesso spinto fino ad essere bestiale, stupri e interpretazioni basate sulla prossemica prima che sulla parola. All'inizio si rideva poco nei film di Dumont, ma la sua voglia di non ripetersi mai lo ha portato ad esiti decisamente più aperti, come nel musical elettro-rock Jeannette, l'enfance de Jeanne D'Arc. Non casuale, in questi quattro film, anche la scelta dei luoghi: "si indagano territori come le Fiandre", spiega Biagi, "ma il paesaggio è spesso interiore, partorito dalla mente di uno dei personaggi, un po' come nel cinema di Alain Guiraudie" che il pubblico palermitano ha imparato a conoscere durante l'ultima edizione del Sicilia Queer Filmfest.