Il Sindaco Ignazio Marino deveessere una brava persona e non perché ha un sorriso bonario e unafaccia da ragazzo di buona famiglia che affronta con un aplomb dafalso naive tutte le porcherie che gli si parano davanti, maperché, prova inconfutabile, è osteggiato da tutti, dall'apparatodi partito (il suo) fino a gruppi di potere consolidati, partiintegranti di un sistema che non schiodi nemmeno a cannonate.

Basta guardare alla freddezza dei suoicompagni di partito che, dicono i bene informati, lo considerano unmarziano e non vedono l'ora di farlo fuori.

Voci incontrollateparlano di commissariamento e di una Giorgia Meloni che si stascaldando per subentrargli alla carica di sindaco della capitale.

Marino ha molti guai: un ATACche risucchia danari pubblici come un buco nero, con perditeaccumulate di 1,6 miliardi e una previsione da preconsuntivo diun'ulteriore perdita per 150 milioni. Non basta, c'è anche l'AMA, l'azienda dei rifiuti con 8000 di pendenti con un costo di 400milioni all'anno. Per l'AMA il comune stacca un assegno annuo di 700milioni. In totale la ricapitalizzazione di ATAC e AMA è costata alComune 1,4 miliardi di euro 2 anni fa.

Problemi che hanno un portato che va aldi là della pura e semplice ragioneria e che racconta storie dimal-gestione, clientelismo, favoritismi e sprechi di ogni genere.

Marino non ne ha colpa come non ha colpa se non riesce a mettere manoa un sistema di potere burocratico che resiste sulle barricate.

Mettiamoci anche i contrasti con laPolizia Municipale e col suo comandante Bucciarelli e gliattacchi di Caltagirone per mano del suo giornale, IlMessaggero, e avremo un'idea dei guai in cui si è ficcato ilneo sindaco della capitale.

Certo il sindaco ha fatto qualche scivolone, comequella di nominare impropriamente un carabiniere che non aveva titolia capo dei vigili urbani, ma sentite cosa dice Francesco Merlo diRepubblica per stigmatizzare un peccataccio così veniale e virenderete conto del livore di certi ambienti nei nei suoi confronti.“In un solo colpo infatti il sindaco ha ridicolizzato l'arma deicarabinieri, il corpo dei vigili urbani, il diritto amministrativo,la sapienza giuridica del capo di gabinetto, e per finire anche laparola curriculum sulla quale pedala più che sulla sua stucchevolebicicletta.” (Francesco Merlo - da Repubblica del 10 Ottobre2013).

Insomma Marino si trova nelle sabbie mobili nel bel mezzo di una giungla e deve guardarsi dal fuoco amico e da nemici che strisciano nell'ombra o che si presentano con facce rispettabili. Un buon viatico per il Sindaco della città eterna.Please, “Salviamo il soldato Marino”