Sono in arrivo diverse novità per quanto riguarda il diritto della famiglia, novità che, in parte, abbiamo già appreso nelle scorse settimane e riguardanti la proposta del divorzio breve. La riforma della giustizia, presentata dal ministro Andrea Orlando, contiene comunque dei punti davvero interessanti e, se vogliamo, innovativi per quanto riguarda il sistema che, fin qui, ha accompagnato le procedure relative alle separazioni e ai divorzi. Vediamo.


Governo Renzi, divorzio breve, riforma della giustizia: le novità e i problemi da risolvere

Come senz'altro saprete, attualmente la legge italiana non concede l'addio definitivo tra marito e moglie, se non dopo che siano trascorsi 36 mesi, semprechè si tratti di separazione consensuale. La nuova normativa, invece, accorcerebbe sensibilmente i termini, riducendoli a sole sei mensilità, parlando sempre di separazione consensuale tra i due coniugi, allungandoli ad un anno solare nel caso si renda necessario il giudizio di un tribunale.
Che cosa comporterà questa riduzione drastica dei tempi nell'applicazione della legge? Molto semplice, si può prevedere un aumento esponenziale delle richieste di separazione, con effetti che potrebbero rivelarsi devastanti. Infatti, se attualmente il numero delle separazioni si aggira intorno alle 100mila all’anno circa (di cui circa due terzi consensuale), con l'introduzione della nuova normativa che concede il divorzio breve, è facile prevedere che questo numero possa addirittura raddoppiare.
Possiamo, a questo punto, immaginare quali potranno essere le conseguenze sul lavoro dei Tribunali che, già ora, hanno grosse difficoltà nella gestione delle richieste di separazione. 


Governo Renzi, divorzio breve, riforma della giustizia: in Comune anzichè in Tribunale

Ecco perchè, secondo quanto illustrato dal ministro Andrea Orlando, la riforma della giustizia dovrebbe prevedere un'ulteriore semplificazione burocratica.
Infatti, nel caso in cui i coniugi siano d’accordo sulle condizioni di separazione o di divorzio, avranno la possibilità di separarsi o divorziare davanti all’ufficiale dello stato civile a condizione che non abbiano figli minori né figli maggiorenni portatori di handicap grave, né figli maggiorenni economicamente non autosufficienti. 
In questo modo, si prevede una riduzione del flusso dei procedimenti in entrata dei tribunali di circa 80 mila cause l’anno, il che contribuirebbe a snellire il lavoro dei giudici chiamati a risolvere le controversie familiari.